Di Francesco alla GdS: "Frosinone posto giusto per me. Ho imparato dagli errori"

11.09.2023 08:30 di  Francesco Cenci   vedi letture
Di Francesco alla GdS: "Frosinone posto giusto per me. Ho imparato dagli errori"
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Un Frosinone che nella sua terza esperienza della storia in Serie A, si è finora ben disimpegnato, offrendo prestazioni incoraggianti in vista del proseguo del campionato. Una nuova guida tecnica per questa nuova esperienza in massima serie, dopo l'addio in estate di Fabio Grosso, artefice della vittoria del campionato di Serie B lo scorso anno. Così, il Patron Maurizio Stirpe e la dirigenza canarina ha deciso di affidare la guida della squadra in questa stagione a mister Eusebio Di Francesco. Tecnico di esperienza in A il pescarese, voglioso di riscatto, dopo le non felici ultime esperienze, vissute in passato. E dunque, ecco che la piazza ciociara, potrebbe essere il suo ambiente ideale. Campionati ancora fermi per lasciare spazio alle nazionali e giallazzurri impegnati nel preparare il prossimo impegno di campionato allo "Stirpe", contro il Sassuolo. Di Francesco che è stato intervistato in esclusiva da 'La Gazzetta dello Sport'. L'ex tecnico della Roma, tra le altre, ha parlato a 360 gradi. Queste le sue dichiarazioni, riprese dalla rosea.

"Sono nel posto giusto ed ho imparato dagli errori. Sono reduce da tre esoneri, il peggiore credo sia stato quello di Verona. La psicologia mi ha aiutato molto durante questo periodo, qui a Frosinone prevale il 'noi'. 

"La vittoria ottenuta contro l'Atalanta è stata un'iniezione di fiducia per tutta la squarda, prosegue Di Francesco. Mi mancava la vittoria, negli ultimi tempi avevo perso tanto".

Quale esonero gli ha fatto maggiormente male?

"Avevo promesso di non parlarne più, ma la chiudo qui dicendo Verona. Oggi guardo avanti".

Dopo tre esperienze così, quando Guido Angelozzi l'ha chiamata, cosa ha pensato?

"Mio chiamò per fare una chiacchierata, non ci ho pensato un attimo. Avevo in piedi qualche altra ttrattativa, tra cui una bella proposta dalla Cina. Frosinone però è stata la mia priorità ho badato,m come spesso ho fatto, più al lato umano che a quello economico. Mi sento nel posto giusto. Mi avevano fatto passare la voglia, ma non ho mai pensato di smettere di allenare".

Angelozzi ha recentemente dichiarato che lei è sprecato per Frosinone...

"Lo ringrazio. Essere qui è un piacere e un onore. Quella ciociara è una realtà in grande sviluppo, in cui tutti cercano di aiutarsi. C'è uno stadio coinvolgente e passionale".

Tanti si stanno rilanciando i difensori Romagnoli e Monterisi poco considerati a Lecce, Marchizza non capito a Sassuolo: "Ecco, Romagnoli ha esperienza, è uno di quelli che dal campo lo devi cacciare. Monterisi è più un centrale che un terzino. Marchizza, invece, nasce centrale e fa il terzino. Ha giocato poco, ora dovrà farlo tanto. Tutti hanno voglia di aiutarsi, di riscattarsi e dimostrare di essere dei calciatori validi".

Cheddira deve capire bene la A, Harroui invece l'ha capita bene...

Cheddira non vede l'ora di sbloccarsi, si muove bene e attacca gli spazi, Harroui è una mezzala che ha fame di fare gol. Vive per attaccare. Estro e fantasia non vanno mai annullati e bisogna puntare l'uomo uno contro uno".

Su Kaio Jorge, Barrenechea a Soulè: "Barrenechea è il classico regista di centrocampo di una volta. Soulè è un giocatore con grande velocità, Kaio sta arrivando... I giovani vanno fatti giocare e per crescere hanno bisogno di sbagliare. Io non guardo alla carta d'identità".

Come ha trascorso lei questo tempo libero, lontano dalle panchine?

"Mi sono aggiornato. Ho apprezzato il lavoro che fa De Zerbi, mi piace l'identità che dà. Per il resto, sono stato con la mia famiglia ed ho giocato a padel. Ho fatto un mea culpa: dovevo dare più intensità. Ho compreso che rimuginare non aiuta. Ed ho appreso molto dalla psicologia, che mi ha aiutato tanto. Sono stati utili "Mind set" di Carol Dwech e "Pensieri lenti e veloci" di Daniel Kahneman".

Lei sta a Pescara. Quante volte ha visto Zeman?

Allo stadio due volte, a cena invece di più. Posso dire che ama il pesce e gli arrosticini di qualità. Con lui si può parlare con piacere di tutto. E' sempre lucidissimo. Ha voglia di allenare ed i risultati si vedranno ancora".

Lei non vuole essere definito un integralista, ma lo è stato.

"Prima ero più rigido, ma in realtà non sono veramente così. Esiste un'idea di 4-3-3 ma dinamico. Con i terzini che vanno dentro a giocare. Oggi loro hanno un ruolo fondamentale nel calcio moderno e devono essere più olandesi, come diceva Ulivieri. Credo che Theo Hernandez sia il classico esempio del terzino moderno. Avete visto Calabria interpretare bene il ruolo di mediano. Ma attenzione: il calciatore non va mai messo in difficoltà".

Alla ripresa del campionato ritroverà il suo figlio calcistico Mimmo Berardi. Rimasto ancora una volta al Sassuolo.

"Mimmo è un valore aggiunto per il Sassuolo, al quale resto legato, un peccato che non giochi la Champions. Le coppe le ha fatte solo con me. L'avrei voluto alla Roma, ma i dirigenti non furono convinti di prenderlo. Lui si sentì poco considerato e rifiutò. Porto ancora Berardi come esempio da seguire per i ragazzi".

Chi vince secondo lei quest'anno il campionato?

"Inter e Milan sono partite molto forti, il Napoli è campione e detiene lo scudetto. Ma occhio alla Juve... Mi sono piaciuti Thuram per come sa giocare con i propri compagni di squadra ed il milanista Reijnders".