, Doronzo: "Il bilancio è in positivo. No a spese folli. Vogliamo giocatori radicati al territorio"

Queste le parole del direttore Doronzo alla stampa durante il media day organizzato dalla società canarina:
Possiamo definire questo l’anno della ripartenza. Lei rappresenta il trait d’union tra passato, presente e anche futuro. Come sta vivendo questa fase?
"Abbastanza bene, nel senso che mi favorisce il fatto di essere qui da cinque anni. Diciamo che questo percorso è iniziato già allora. Si è chiuso un ciclo e ora se ne riapre un altro, sperando che i risultati, se non proprio gli stessi, siano almeno lusinghieri come quelli degli ultimi anni. È cambiato tanto: sono entrate nuove figure, come Castagnini e un nuovo tecnico. È cambiata anche la filosofia, come aveva anticipato il presidente: meno giocatori in prestito e più di proprietà."
È una linea strategica precisa quella di puntare sui giocatori di proprietà?
"Sì, è una linea che il presidente ha tracciato sin da subito, appena terminata la stagione. Vuole quanti più giocatori possibile radicati al territorio e quindi alla società. Avere più giocatori di proprietà sicuramente può favorire questo. Però, come ho detto anche l’altra volta, non è detto che i giocatori in prestito non siano utili, anzi. Abbiamo avuto la dimostrazione tre anni fa: quando abbiamo vinto il campionato avevamo tanti giocatori in prestito. Magari la stagione scorsa ha condizionato i giudizi, ma ogni stagione è a sé. Io credo che il giusto mix sia importante, fermo restando che la forbice sarà sempre 85-90% di proprietà e 10-15% in prestito."
L’abbiamo vista a Mantova per la presentazione dei calendari. Che impressione ha avuto sul cammino del Frosinone?
"Il calendario… la frase storica è che tutte le squadre vanno incontrate prima o poi. C’è chi dice che incontrare squadre forti all’inizio sia un vantaggio perché non sono ancora in forma. Io spero solo che la squadra – e ne sono certo – stia lavorando bene, perché lo vedo e lo sento anche dall’allenatore e da Castagnini, che sono soddisfatti. A noi serve solo un po’ di buona sorte: se non perdiamo giocatori, per come stanno lavorando, possiamo toglierci delle soddisfazioni."
È iniziata da poco la campagna abbonamenti. Che risposta avete avuto dai tifosi?
"Abbastanza in linea. Il dato che mi è stato comunicato oggi alle 13 parla di 2.700-2.800 abbonamenti rinnovati. Siamo quindi in linea con lo scorso anno. Credo e spero che da qui al 3 (quando scade la prima fase) ci sia un’impennata. Siamo fiduciosi che alla prima di campionato la tifoseria risponderà in gran numero, come sempre è successo a Frosinone."
Sul piano personale, come vive questi primi giorni nel nuovo ruolo?
"Sto cercando di metterci tutto me stesso, come ho fatto anche negli anni passati e in tutte le esperienze precedenti. Faccio questa attività da 42 anni. Porto bene gli anni, ma comunque sono uno "stagionato". Sono grato al presidente per la stima e la responsabilità che mi ha dato. Cercherò di non deluderlo. Ci metto passione, impegno e la competenza costruita in tanti anni. È un lavoro di ripristino e di ripartenza, ma credo ci siano le condizioni per fare bene."
Le prossime amichevoli: ci può dire se si giocherà allo Stirpe o a Ferentino?
"Il nostro obiettivo è mostrare la squadra alla tifoseria, perché è giusto. Ma dobbiamo fare i conti con il terreno di gioco e con problemi di ordine pubblico. La partita con il Benevento, inizialmente prevista a Ferentino, è stata spostata per motivi di ordine pubblico: a porte aperte serve un grande dispiegamento di forze, perché non possiamo limitare l’accesso solo ai tifosi del Frosinone. Per quanto riguarda la partita con L’Aquila, stiamo ancora decidendo: ci sono tante variabili. Abbiamo dato la disponibilità all’Avellino: se passa il turno di Coppa Italia con il Cerignola, potrebbe giocare il 18 a Frosinone. Il Verona ha il campo in ristrutturazione, quindi per regolamento ci sarebbe l’inversione di campo. Il 16 abbiamo già un’amichevole tra la Roma e una squadra araba. Il 23 o 24 inizia il campionato. Sottoporre il campo a tanto stress in dieci giorni non è il massimo. Se il centro sportivo di Ferentino fosse fruibile anche per gli spettatori, magari con una tribuna in erba anziché il sintetico, avremmo giocato lì senza problemi. Nessuno vuole togliere la possibilità di vedere la squadra: non c’è nulla da nascondere. Anzi, vogliamo creare empatia. La gente ha bisogno della squadra e la squadra ha bisogno della gente."
Lei affianca il direttore Castagnini sul mercato, come faceva con Angelozzi. Com’è la situazione attuale tra entrate e uscite?
"Ho sempre affiancato i direttori sportivi in 40 anni di carriera: a Bari, e per lunghissimo tempo con Guido. La parte tecnica non mi compete: quella è responsabilità esclusiva del direttore sportivo. Il bilancio, per ora, è abbastanza positivo. Cerchiamo di seguire una linea coerente con quanto programmato all’inizio. Spese folli non possiamo permettercele, ma questo vale per tutti, non solo per il Frosinone. Chi partecipa alle riunioni di Lega lo sa: a parte due, tre, quattro, cinque squadre, tutte le altre devono far quadrare i conti. È un problema comune al 90% delle squadre di Serie B."