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, certezza Ravanelli: alle origini del muro di Grosso

Umile e responsabile, i primi calci tra le fila del Calisio in cui giocava a centrocampo, l'educazione familiare: Emanuele Mazza racconta Luca Ravanelli


20.04.2023 15:30 di Roberto De Luca Twitter:    vedi letture
Luca Ravanelli
Luca Ravanelli
© foto di Frosinone Calcio

Il muro di Montevaccino ha mantenuto la promessa. Nella marcia trionfale del Frosinone verso la Serie A, Luca Ravanelli è salito in cattedra da protagonista a suon di prestazioni super. “Sono venuto qui per dare il meglio di me stesso”, spiegava in estate dopo l’arrivo al Leone in prestito dalla Cremonese. “Spero di poter dare quel qualcosa in più nella solidità difensiva”. Detto, fatto.

LE ORIGINI - Il centrale classe ‘97 dalle sue origini trentine ha certamente ereditato l’orgoglio dello sguardo. Che poi fa rima con quella buona dose di umile testardaggine, fondamentale per spingerti ad ottenere obiettivi importanti senza porti limiti. «La favola del “Rava”, tra sogni e passione, è partita dal Calisio», ci ha raccontato Emanuele Mazza. Uno che lo conosce bene, avendolo allenato ai tempi degli Esordienti. Ogni giorno insieme, a coltivare desideri e talento sui campi di questo splendido sobborgo della collina ad est di Trento. «Sin da piccolo, stentava ad accontentarsi. È sempre stato un tipo autocritico e con un forte senso di responsabilità». Con costante voglia di migliorarsi, a prescindere dal ruolo rivestito. Perché Luca in giovane età ha cominciato da centrocampista: «Spesso e volentieri prendeva palla, saltava tre/quattro avversari e andava a segnare. Terminato il match, veniva da me e quasi si scusava per non aver giocato bene. Io - il ricordo di Mazza, attuale ds del Calisio - gli dicevo sorridendo: “Luca, tu sei pazzo!”. Ascoltare certi pensieri da un bambino è un qualcosa che ti stupisce». Di sicuro, quell'avvio lì in mediana con proiezione offensiva ha lasciato in eredità caratteristiche ben riscontrabili nel presente. Perché nel muro eretto a presidio della retroguardia frusinate, Ravanelli palesa evidenti qualità anche in altre situazioni di gioco. Rompe la linea in entrambe le fasi, difende abilmente in avanti e in conduzione palla non avverte alcun timore nel partecipare al fraseggio: «Lo fa mantenendo la testa alta -evidenzia Mazza- e in questo è uguale a quando era agli esordi. Chiaramente, nella gestione della linea difensiva non si riscontrano grossi punti in comune rispetto al passato perché con noi giocava in ben altra posizione, ma quando lo vedo salire fino a dentro il campo si riaccende qualcosa. È lì che ritrovo il Luca che ho conosciuto da piccolo».

UMILE E RESPONSABILE - Un ragazzo ambizioso, cresciuto con sani principi educativi: «La famiglia ha inciso tanto, trasmettendogli il valore dell’umiltà». Col papà che lo ha seguito ovunque, supportandolo e sostenendolo. Non senza qualche curioso aneddoto: «Negli Esordienti -rammenta col sorriso Mazza- è capitato che fosse proprio il padre ad arbitrare le partite tra piccolini in cui era presente pure Luca. E nei suoi occhi si coglieva la fierezza per il figlio». La stessa che oggi caratterizza, specie nel periodo estivo, le lunghe camminate che i due si fanno in solitaria: «Luca, quando può, torna qui nella sua terra. Insieme al padre, va in campagna nei luoghi in cui si è formato. Può sembrarvi una banalità, però non lo è. Molti suoi colleghi vanno direttamente a Formentera, lui invece torna prima dove è cresciuto. E questo penso sia eloquente». Umiltà e semplicità, un filo conduttore che ha accompagnato l’intera crescita del 20 ciociaro. Dal Calisio al Mezzocorona, passando per Parma, Sassuolo, Padova e Cremonese. Poco è cambiato in termini di attitudine e adesso ne sta raccogliendo i meritati frutti: «A dire il vero - le parole del suo ex tecnico - anche l’anno scorso a Cremona aveva conquistato la A. Ma lui è così, ha preferito scendere di categoria per sentirsi vivo e protagonista in un progetto importante». E ci sta riuscendo alla grande: numeri alla mano, grazie alle prove sciorinate in tandem con Lucioni, quella giallazzurra è la miglior difesa della B con appena 20 reti concesse. Uno dei tanti segreti che sta conducendo la squadra di Grosso verso l’Olimpo del calcio tricolore: «Secondo me, Luca meriterebbe una chance in Serie A. Quando ti metti in discussione e riesci comunque ad ottenere i risultati sperati, vuol dire che le qualità ci sono. Nel Frosinone credo che abbia trovato la dimensione ideale per esprimersi al massimo. Non a caso, sta rischiando di approdare di nuovo lassù dove tutti vorrebbero». Semplicemente, “The Wall” Ravanelli.