: il primo stop pesa frena la corsa ma la rotta di Alvini è chiara
Dopo sei gare senza sconfitte, i giallazzurri si fermano bruscamente al “Penzo” di Venezia, travolti 3-0 da una squadra più affamata e lucida. Un ko che fa rumore solo per la forma, non per la sostanza: la squadra di Massimiliano Alvini resta terza in classifica, a quota 14 punti, appena tre lunghezze dietro il Modena capolista e una dal Palermo.
Il bilancio resta più che positivo: quattro vittorie, due pareggi e una sola sconfitta in sette giornate. Eppure, il 3-0 del Penzo ha mostrato qualche crepa in una macchina finora quasi perfetta. Il Frosinone è apparso distratto, morbido nei contrasti, incapace di reagire dopo lo svantaggio lampo firmato Compagnon. Yeboah ha raddoppiato su rigore – ribattuta compresa – e nella ripresa Casas ha messo il sigillo definitivo. Una serata storta, la prima vera da inizio campionato, che ha stupito anche gli appassionati di scommesse, che ad un epilogo del genere non avrebbero mai creduto.
Un risultato pesante, ma “figlio di nostre disattenzioni”, commenta Alvini riconoscendo e accettando la sconfitta a fine gara, con il tono di chi non cerca alibi, anzi. Il tecnico toscano, alla sua prima stagione sulla panchina ciociara, ha costruito in poche settimane una squadra intensa e coraggiosa, capace di alternare pressing alto e palleggio ordinato. Il suo Frosinone non rinuncia mai a giocare, anche quando le cose non girano.
E forse è proprio questo l’aspetto più incoraggiante: l’identità è chiara, la strada tracciata. La squadra ha mostrato fin qui organizzazione, entusiasmo e una mentalità da grande, quella che non si cancella con un singolo passo falso. La sosta arriva al momento giusto per ricaricare le batterie e ritrovare brillantezza, soprattutto in avanti, dove nelle ultime due gare la manovra è sembrata meno fluida.
Alvini, uomo di campo e di idee, è abituato a risorgere dopo le cadute. La sua carriera racconta una lunga gavetta fatta di sacrifici e passione: partito dalla Ferruzza, una squadra amatoriale di amici, ha costruito la sua esperienza allenando in categorie minori, fino a scalare la piramide del calcio italiano. Il suo percorso lo ha portato dal Tuttocuoio, dove disegnava schemi con le bottiglie di shampoo negli spogliatoi, alla Serie A con la Cremonese. Oggi, sulla panchina del Frosinone, trasmette la stessa intensità e cura del dettaglio che lo hanno caratterizzato in ogni tappa della carriera, trasformando la squadra in una delle sorprese di questa Serie B e riportando entusiasmo dopo mesi di incertezze.
Non a caso viene identificato come il tecnico-rivelazione della classe cadetta.
Il ko di Venezia, dunque, più che un allarme è un promemoria: questa Serie B non perdona distrazioni, ma offre sempre una seconda occasione. La prossima tappa di questo cammino è il Monza, avversario di spessore atteso il 18 ottobre. Sarà una prova importante per capire quanto il Frosinone abbia assorbito la lezione del Penzo e quanto Alvini sia pronto a rimettere in carreggiata la sua squadra. La rotta resta chiara, e il tecnico toscano tiene salda la bussola.
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