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, Giuseppe Caso a Cronache di Spogliatoio: "Siamo un gruppo di giovani forti ed affamati. Grazie a mister Grosso che ha creduto in me"

22.02.2023 12:30 di  Francesco Cenci   vedi letture
Giuseppe Caso
Giuseppe Caso
© foto di Frosinone Calcio

Una stagione fin qui da incorniciare per Giuseppe Caso con la maglia del Frosinone. L'esterno d'attacco di Torre Annunziata è stato autore di 4 gol e numerose giocate, che hanno incantato tutto il popolo ciociaro finora. L'ex calciatore del Cosenza, si è concesso ai microfoni della rivista 'Cronache di Spogliatoio', dove ha parlato a 360°: dagli albori della sua carriera, passando per i suoi 'sogni nel cassetto', fino ad arrivare agli obiettivi con il Frosinone capolista e dominatrice del campionato di Serie B.

La prima difficoltà: l’addio alla Fiorentina

 "Il primo grazie va a Grosso, ha creduto in me fin dal ritiro dandomi spazio e fiducia. Ancora adesso mi prende spesso da parte, mi fa vedere tanti video e mi spiega i movimenti. È scrupoloso in tutto, attento al singolo dettaglio. Ma ha permesso a ognuno di noi di crescere e migliorareSiamo una squadra partita senza giocatori affermati, ma da cui usciranno 25 grandi nomi. Tanti giovani, forti e con voglia di emergere. Abbiamo un grande gruppo".  

Le porte prese in faccia. La prima arriva nel 2018, quando la Fiorentina gli dà il benservito dopo dieci anni nel settore giovanile. "Ho finito il mio ciclo della Primavera da capitano, poi ho iniziato a girare. Racconto un aneddoto che mi porterò dentro per sempre. Si giocava Fiorentina-Lione, entro nel tunnel mano nella mano con Dainelli, che era il capitano. Ero il primo della fila perché ero il più basso. Alzo lo sguardo e mi trovo davanti un giovane Benzema, fu impressionante e lo è ancora di più a ripensarci ora. Giocare lì resta il mio sogno. Quando entrerò li, passando dal tunnel, sarà come tornare indietro di vent’anni". 

Parlando della Fiorentina, poi, Caso aggiunge."Era il giorno del 4-2 alla Juventus, tripletta di Pepito Rossi. La sera successiva io sono stato a cena con lui. Aveva un’umiltà unica, aveva appena segnato tre gol alla Juventus e stava a cena con un ragazzino della primavera. Ti fa capire che persona è. Mi ha sempre preso sotto la sua ala, mi proteggeva. Quando ci siamo visti lo scorso anno, dopo un Cosenza-Spal, gli ho chiesto la maglia. La conservo ancora oggi con cura". 

Giuseppe Caso, il riscatto con Bisoli e il sogno azzurro

"Sono arrivato a Pegli dopo anni di Serie C. Il primo impatto è stato incredibile, da gente come Strootman o Pandev si deve solo imparare e prendere appunti. Goran è molto attento ai giovani, li stimola e non si fa problemi a trattarli come tutti. O almeno con me è stato così. È entrato con me nel giorno dell’esordio contro la Juventus". 

L'esordio in A contro la Juve di Ronaldo: "Non so neanche come raccontartelo a parole. Giocavamo contro la Juve, dopo il gol di Cristiano Ronaldo, Maran si gira verso la panchina e grida ‘Caso e Pandev entrano adesso’. Non l’ho veramente realizzato per qualche giorno. Sono tornato in spogliatoio e avevo il telefono pieno di messaggi. Sembrava il mio compleanno. Il più importante? Quello di mio padre. La mia famiglia è stata sempre vicina, soprattutto quando le cose non andavano bene. A Genova per tanti mesi ho fatto fatica, non venivo convocato e non ero considerato. Per me la partitella del giovedì valeva come la finale di Champions. Grazie a loro non ho mai mollato". 

Dal 'miracolo salvezza' compiuto lo scorso anno con il Cosenza di Bisoli, alla chiamata per lo stage della nazionale italiana con Mancini: "È stato uno step fondamentale per la mia crescita. Con Bisoli ho avuto tanto spazio, gli devo molto. Conquistare la salvezza, da protagonista, è stata una grande soddisfazione. Soprattutto perché a inizio anno ci davano per spacciati.Lo stesso giorno che ci siamo salvati mi è arrivata la chiamata per lo stage in nazionale. Un sogno". 

L'esperienza da sogno, realizzata vestendo nello stage la maglia azzurra della Nazionale italiana: "Sono rimasto impressionato da Mancini, attento a ognuno di noi in tutto e per tutto".