Kujabi giallazzurro, l'agente Bagnoli: «È un sogno, grazie Frosinone»

Il racconto dell'agente Andrea Bagnoli che, insieme all'avvocato Filippo Pirisi, ha affiancato il neo centrocampista del Frosinone in questi lunghi mesi
30.03.2023 17:00 di Roberto De Luca Twitter:    vedi letture
Kujabi giallazzurro, l'agente Bagnoli: «È un sogno, grazie Frosinone»
© foto di Frosinone Calcio

«Se sto sognando, per favore non svegliatemi». Il racconto dell’agente e intermediario Andrea Bagnoli comincia da qui. Con le primissime parole pronunciate da Kalifa Kujabi dopo la tanto attesa acquisizione della cittadinanza italiana. Prigioniero di un intrigo burocratico assurdo, alimentato da una “H” di troppo scappata casualmente a chissà quale ufficio quando è arrivato in Italia da migrante, il centrocampista classe 2000 gambiano ha scritto il lieto fine alla sua storia. Oggi il Frosinone ha potuto tesserarlo, con tanto di annuncio ufficiale, attraverso un contratto fino al 30 giugno 2024.

"CE LA FARÒ"? - Un atto formale fortemente desiderato, rincorso a lungo non senza il palesarsi ricorrente di leciti interrogativi. Perché il tempo scorreva, i giallazzurri sul campo dominavano ovunque, mentre invece il giovane Kalifa si vedeva costretto a stazionare in tribuna. Con Bagnoli e l’avvocato Filippo Pirisi che, con cadenza quotidiana, ascoltavano la medesima domanda: «Ce la farò?». Tre parole, intrise di dubbi misti a speranza. Quella che, a dire il vero, non ha mai fatto registrare segni di smarrimento, neanche dinanzi alle incertezze di un presente messo in stand-by da un errore: «La questione di fondo - ha ripercorso Andrea Bagnoli a "TuttoFrosinone" - era legata principalmente al da farsi. C’era la possibilità di scendere di categoria e andare a giocare altrove, soprattutto per non perdere il ritmo. In quei momenti pensi ad ogni singola situazione, ma il ragazzo non ha mai avuto perplessità».

L’AMORE DEL FROSINONE - Perché Kujabi, in realtà, sin da luglio si è sentito un calciatore giallazzurro. Sin dalle prime sgambate effettuate nel ritiro estivo di Fiuggi quando l’organico ancora doveva essere definito. Ok la firma e il contratto, atti formali propedeutici al tesseramento, ma umanamente il 23enne ex Muravera è diventato sin da subito parte integrante di un gruppo che lo ha aiutato molto: «Il grazie più grande - ha detto l’agente - va all’intero ambiente Frosinone. Dal presidente Stirpe ai magazzinieri, passando ovviamente per il direttore Angelozzi, l’allenatore Grosso, lo staff tecnico ed i giocatori. Ognuno di loro ha rivestito un ruolo fondamentale sul piano interiore, stimolando Kalifa e circondandolo di affetto. Quando qualcuno crede in te e lo manifesta con totale trasporto emotivo, anche le situazioni più difficili possono essere superate». Magnanimità, nobile dote meritevole dei migliori elogi in un mondo sempre più egoista.

RESILIENZA - La passione, strumento di riscatto per superare gli ostacoli di un perenne percorso ad ostacoli. La fuga dal Gambia, la traversata lungo il deserto protrattasi per mesi. E ancora, circa un anno di permanenza nel “paesaggio infernale” di un lager libico seguito dal viaggio della speranza. Quello che il giovane Kalifa, all’epoca 17enne, ha affrontato su un barcone insieme ad altri 600 migranti. Il mare, unica scelta per trovare la luce e provare a costruire un futuro dignitoso. La Sicilia prima e la Sardegna dopo lo hanno accolto, gli hanno permesso di costruirsi una famiglia con due splendide bambine. E la Ciociaria, da mesi ormai, lo ha abbracciato come fosse un proprio figlio: «È bellissimo percepire questa ondata di amore. Tutto è partito, chiaramente, dal Frosinone che non smetterò mai di ringraziare. Avrebbero potuto disinteressarsi della vicenda, invece è accaduto l’esatto contrario».

LE QUALITÀ - Da un punto di vista calcistico, la descrizione del neo centrocampista giallazzurro si orienta su caratteristiche ben definite: «Parliamo di un giocatore fisico che ha gamba, corsa e forza atletica. Possiede un sinistro delicato, peculiarità non di poco conto. Sono convinto che, se riuscirà a prendere ritmi importanti, diventerà un’altra scommessa vinta dal direttore Guido Angelozzi». Magari compiendo, anche in parte, le gesta di un ex che proprio Bagnoli portò a Frosinone nel 2008. Il riferimento va ad Éder Citadin Martins: «Si tratta di due storie completamente diverse, però ad unirle c’è il calore dimostrato dalla società. Il presidente Stirpe è questo: passione e amore. Adesso, nel corso di questi lunghi mesi, ne ho avuto la conferma». Una conferma bellissima. Corri, Kalifa, e non fermarti più. Il futuro è tutto tuo.