Alvini predilige le due punte. Che fine faranno Kvernadze e Ghedjemis?

La nuova era di Massimiliano Alvini al Frosinone è appena cominciata, ma le idee del tecnico toscano sono chiare da tempo. L’ex allenatore di Cremonese e Perugia ha un credo tattico ben definito: verticalità, intensità e, soprattutto, due punte davanti, una più brevilinea e una bella grande. Un cambiamento significativo rispetto alla passata gestione di Paolo Bianco, che aveva spesso fatto leva su un sistema con esterni offensivi larghi e un’unica punta centrale.
Alvini, invece, predilige la compattezza del 3-5-2 (o sue varianti più fluide come il 3-4-1-2), un modulo che esalta le sue idee di calcio diretto e reattivo. La manovra dovrà passare rapidamente alla fase offensiva sfruttando gli attaccanti per far salire la squadra e creare superiorità nella zona nevralgica. Detto ciò la domanda sorge spontanea: che fine faranno gli esterni d'attacco dei Giallazzurri? Un esempio potrebbero essere Kvernadze e Ghedjemis: i due dovrebbero adattarsi come esterni a tutta fascia, sapendo però che in quel ruolo il mister predilige giocatori di gamba sì, ma che sappiano difendere molto bene e contemporaneamente attaccare. Giocatori come Marchizza o i gemelli Oyono, difensori ma con la propensione ad offendere.
E allora forse, il georgiano più del francese della fascia opposta, potrebbero adattarsi a fare i trequartisti. Ruolo complesso dove di solito vige la regola di usare entrambi i piedi e soprattutto di saper giocare spalle alla porta avendo una visione del gioco fuori dal normale. Un ruolo che forse non gli si addice. E allora? Vedremo gli sviluppi del mercato ma se i colpi di Gori e Raimondo dovessero concretizzarsi forse lo spazio per i due esterni d'attacco potrebbe diventare sempre più piccolo, o potrebbero non trovarne affatto nel nuovo Frosinone targato Alvini.