Egidio Fumagalli, lo storico capitano ricordato al 'Benito Stirpe'

Non c’è immagine migliore che possa ritrarlo. Sembra un dipinto, un’opera d’arte, esposto nel museo della storia del Frosinone. A quasi due anni dalla sua scomparsa, ci piace ricordarlo così, Egidio Fumagalli: solare, sereno, con un accenno di sorriso, che rappresenta la sua grande, grandissima personalità. La rubrica “Stelle Giallazzurre” ripercorre ancora un pezzo di storia del Frosinone Calcio: colui di cui vogliamo parlare oggi è l’uomo più importante e rappresentativo degli anni ’60 vissuti dal club ciociaro.
Egidio Fumagalli nasce a Monza nel 1937, all’alba del periodo che più di tutti condizionerà la storia del nostro paese. Al termine del conflitto mondiale, l’Italia Repubblicana prova faticosamente a muovere i primi passi, così come il piccolo Egidio, che nasce e cresce con la passione del pallone. Lo sport del calcio comincia a diffondersi ben presto tra le strade e i quartieri del Belpaese, tanto che ogni domenica l’attenzione di mezza Italia si attira allo stadio. A pochi chilometri dalla sua Monza, Fumagalli fa visita più volte a San Siro, la Scala del Calcio, lo stadio di cui ogni ragazzo come lui quegli anni avrebbe sognato di calcare il manto erboso.
Il sogno di Egidio si avvera, tanto che all’inizio degli anni ’50 si forma calcisticamente tra le giovanili del Milan. Fumagalli con il passare del tempo acquista sempre di più una sua identità di gioco: diventa un centrocampista dall’aspetto prettamente difensivo, che fa dell’attenzione e della precisione i suoi punti di forza. Durante la sua crescita calcistica, Fumagalli matura sempre di più anche e soprattutto dal punto di vista umano, distinguendosi ovunque per il suo carattere, serio ed autoritario, ma contemporaneamente sincero e genuino.
La sua esperienza al Milan termina nel 1956, quando cambia casacca per trasferirsi in Liguria tra le fila del Novese Calcio, dove resterà per ben due anni. Nel ’58 la Lazio preleva il suo cartellino e Fumagalli si trasferisce a Roma, dove troverà un’atmosfera magnifica: tra le fila laziali Fumagalli collezionerà 47 presenze, condite anche da ben quattro reti. L’avventura in biancoceleste del 'Fuma', come lo soprannominavano, giunge ai titoli di coda nel 1962, quando si trasferisce alla Salernitana. A Salerno disputerà un solo campionato, la stagione 1962-1963, calcando il prato dell’antico ‘Vestuti’ per dieci volte.
Dopo il ritorno alla Lazio, nel quale non riesce più a dire la sua a causa di qualche acciacco fisico di troppo, arriva l’incontro che gli cambierà la vita: il neo presidente del Frosinone Roberto Stirpe, il cui arrivo in dirigenza sarà l’inizio di una nuova era per il club giallazzurro, gli propone di trasferirsi all’ombra del Campanile. Fumagalli non ci pensa due volte e parte all’istante: il suo amore per il capoluogo ciociaro si manifesta sin da subito, e i tifosi lo apprezzano già nelle primissime settimane.
L’appena nato “Sporting Club Frosinone” si ritrova a giocare da debuttante il campionato di Serie D. L’obiettivo, almeno per la prima stagione tra i Dilettanti, è quello di centrare la salvezza. Ma il Girone D nel quale i gialloblù vengono sorteggiati si rivela tutt’altro che semplice, vista la presenza di club come Massese, Viareggio e Pontedera, che avevano già avuto una buona esperienza nel calcio provinciale italiano. Al contrario dei pronostici, però, il Frosinone quell’anno arriva al quinto posto, a sole 13 lunghezze dalla capolista. La prima stagione di Fumagalli in Ciociaria si rivela sin da subito sorprendente.
Ma la vera sorpresa arriva l’anno seguente, quando il Frosinone conquista il suo primo storico titolo. Sempre nel Girone D, i canarini riescono nell’impresa di involarsi in vetta alla classifica sin dalle prime giornate del campionato. A contendere il primato con i leoni è il Grosseto, ma una vittoria del Frosinone ai danni dei toscani manda in crisi la formazione biancorossa, che non riesce più a risalire in classifica. Fumagalli si conferma il leader della squadra che stava scrivendo un pezzo di storia: l’uomo più amato dalla tifoseria frusinate. Il vero fuoriclasse di cui quel Frosinone aveva bisogno.
Dopo la sosta natalizia, nella lotta per la Promozione irrompono i rivali storici del Latina: parte il duello forsennato. Sebbene sia saldamente in testa, il Frosinone si sente minacciato e – quando arriva lo scontro diretto con gli avversari – non può permettersi di sbagliare: i pontini vengono letteralmente stesi al ‘Matusa’, che festeggia con gioia l’arrivo di una Promozione tanto storica quanto clamorosa. I canarini terminano il campionato a 49 punti. Il Latina, invece, a 48. Quella stagione rimarrà per sempre impressa nei cuori dei tifosi che l’hanno vissuta.
Ed il simbolo di quell’impresa è lo stesso Fumagalli, il capitano di quella squadra, che verrà ricordato per sempre dal popolo ciociaro. Lotterà a denti stretti anche in Serie C, sempre con la casacca canarina, ormai tatuata addosso. Alla fine degli anni ’60 il capitano giallazzurro si ritira, terminando la sua carriera tra gli applausi del ‘Matusa’. Un’esperienza calcistica cominciata a San Siro e finita con la standing ovation del Comunale. Proprio a Frosinone, Fumagalli si spegne il 9 gennaio 2015. Onore alla stella che brilla nell’universo giallazzurro, e che ora, da lassù, tifa per i canarini. Citando lo striscione della Curva Nord recentemente a lui dedicato, “sarai sempre con noi: riposa in pace ‘Fuma’!”.