Boloca, lo stacanovista di Grosso per un Frosinone pronto al rush finale

Il centrocampista classe ‘98 è il giallazzurro più schierato da Fabio Grosso, con le ovvie eccezioni del portiere Turati e del capitano Lucioni
08.04.2023 10:45 di  Roberto De Luca  Twitter:    vedi letture
Boloca, lo stacanovista di Grosso per un Frosinone pronto al rush finale

Solitamente si è dediti pensare che gli artisti debbano essere sottratti dal peso della creatività indotta. Al contrario, le loro punte di genialità emergono quando incontrano emozione e senso dell’avventura. In pratica, inventano dosando il talento. In pittura e letteratura sono tante le dimostrazioni che confermano questo pensiero, ponendosi a supporto di un tema affascinante. Di sicuro, in casa Frosinone a sciogliere ogni dubbio ci pensa Daniel Boloca. Piedi incantati, doti tecniche innate e tanto altro. Il centrocampista classe ‘98 è il giallazzurro più schierato da Fabio Grosso, con le ovvie eccezioni del portiere Stefano Turati e del capitano Fabio Lucioni. Con 2062 minuti, staziona stabilmente lì in alto in termini di utilizzazione, oltre a essere uno di quelli che percorre più chilometri. Probabilmente nell’ultimo periodo, complice la coperta corta in mediana causa infortuni, è stato investito da un tour de force importante. Ma sul campo nulla è mutato in termini di prestazione e qualità.

OVUNQUE PRESENTE - Perché Boloca, inutile dirlo, disegna calcio. Lo fa in un sistema di gioco che, tornando al tema artisti, consente di esaltare al massimo le individualità poiché non ancorato a moduli o pensieri fissi. Si chiama interpretazione creativa, si legge più semplicemente libertà di movimento. Intelligenza nel trovare gli spazi giusti, anche quando gli avversari adottano mosse in apparenza efficaci per contrastare la risalita del campo. È il segreto più bello del Frosinone di Grosso. E l’11 ciociaro in questo è già un maestro. Comandante delle operazioni più complicate, riesce ad entrare nel vivo della manovra in ogni zona del rettangolo verde. Illuminante, in tal senso, la sua heatmap. Il rosso impera ovunque, alimentato da delicatezza e precisione nel tocco della sfera. Nel corto e nel lungo, poco cambia. Si rasenta la perfezione con un eloquente 90% complessivo, prezioso per comprendere la genialità dell’ex Fossano e la traiettoria di crescita che la sua carriera sta pian piano percorrendo. Dai campi polverosi al sogno Serie A coltivato all’ombra del Campanile. Un percorso esaltante, divenuto realtà col merito a suon di prestazioni e doti di livello.

CONTINUITÀ PER IL RUSH FINALE - Visione di gioco, come dicevamo. Però pure tanta corsa e predisposizione ad essere un centrocampista totale: Daniel sta stupendo tutti per costanza di rendimento, ma con ogni probabilità non il direttore Guido Angelozzi. Lui, cultore come pochi del talento e artefice dell’ennesima intuizione masterclass. Perché è proprio nelle caratteristiche tecniche del versatile giocatore del Leone che viene tracciato l’identikit perfetto dell'interprete che unisce qualità e quantità, potenzialmente abile in ogni sistema tattico e mai dominante rispetto ai principi collettivi. A tratti anche sottovalutato in rapporto al peso specifico che riesce a garantire alla squadra. La dimensione da stacanovista non sorprende: la maggior parte dei palloni passano da quei piedi incantati, con una media di 63,8 tocchi a gara. E non lascia basiti nemmeno il fatto che allo “Stirpe” giungano spesso osservatori di club di A per vederlo all’opera. Quella A da conquistare col Frosinone per coronare una cavalcata incredibile. A cominciare dal match di lunedì contro l’Ascoli in cui di sicuro stazionerà in mediana per continuare a condurre la squadra verso il grande sogno.