Boloca alla Gazzetta dello Sport: "Se Mancini mi chiama scelgo l'Italia. Devo molto ad Angelozzi. Serie A? Abbiamo tutto per farcela"

29.12.2022 16:30 di  Tuttofrosinone Redazione  Twitter:    vedi letture
Fonte: Gazzetta dello Sport
Daniel Boloca
Daniel Boloca
© foto di Frosinone Calcio

Daniel Boloca è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport, questo un estratto delle sue parole: 

Sulla sua famiglia e i sacrifici 

"La mia famiglia è rumena. Mio padre lavorava in fabbrica, alle 6 andava a lavoro, poi ne faceva altri, e mi portava anche agli allenamenti. Vedevo i suoi sacrifici e capivo che dovevo farli anche io. Mia madre invece lavorava come badante. Sono entrambi molto religiosi, sono evangelici. Io non ancora, leggo la Bibbia e cerco di seguire le loro orme".

I passi della sua carriera

Da piccolo ho giocato sia nella giovanili della Juventus, sia in quelle del Torino. La mia prima squadra è stata il Leo Chieri, a 9 anni ho fatto tre gol nel derby contro il Chieri e sono andato al Toro. Mio fratello l’anno dopo è andato alla Juve e nostro padre propose anche me, così mi hanno preso. Sono rimasto sei anni, fino gli Allievi nazionali: giocavo con Kean. Nella mia carriera sono andato anche Presov, in Slovacchia, volevo mettermi in gioco. Lo rifarei, lì ho imparato tantissimo, vivevo da solo e sono diventato grande in fretta". 

Il salto allo Spezia e poi al Frosinone 

Lo Spezia mi scoprì a Fossano e ho firmato un pre-contratto, sono rimasto l’estate del 2020 ad allenarmi con loro. Dopo la promozione in Serie A però non mi fecero il contratto, Angelozzi andò via e mi promise che mi avrebbe portato con lui. Così è stato, a Frosinone. Il mio momento positivo è anche dovuto al fatto che il direttore abbia creduto in me". 

La B 

All’inizio è stata difficile. In B il ritmo è alto e ho sofferto. Cambiano i tempi degli stop e dei passaggi, devi vedere la giocata in anticipo: l’ho capito e so che posso fare molto di più. Dovrei anche avere più consapevolezza sotto porta, per migliorarmi e fare qualche gol in più, magari imparando da Rohden. Ho sempre ragionato giorno dopo giorno, concentrandomi su quello che devo fare. Non mi sono mai posto grandi aspettative". 

Sull'obiettivo Serie A 

"La Serie A? Per come siamo affiatati e per il livello della rosa abbiamo tutto per farcela".

Sulla scelta della Nazionale  

"Lo stage a Coverciano è stato bellissimo. La Romania ha avuto fiducia in me prima della Nazionale italiana: non potevo dire di no alla convocazione, dovevo rendere orgogliosi i miei genitori. Ma non conosco la lingua e mi sentivo a disagio. Il mio desiderio è l’Italia, sono nato in Italia e ho sempre vissuto qui. Se Mancini mi richiama, io ci sono"