Raimondo a GDM: “Frosinone, che bella sorpresa. Fame e umiltà le nostre forze”

16.10.2025 13:30 di  Tuttofrosinone Redazione  Twitter:    vedi letture
Fonte: gianlucadimarzio.com
Raimondo a GDM: “Frosinone, che bella sorpresa. Fame e umiltà le nostre forze”
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"Ho sempre voluto fare questo, ho sempre cercato di metterci tutto me stesso e non avrei saputo cosa fare se non avessi fatto il calciatore", racconta Raimondo in un’intervista a gianlucadimarzio.com. 

Castagnini e Alvini decisivi per il tuo arrivo a Frosinone?

"Mi hanno fatto sentire subito voluto, ho capito che entrambi credevano in me. Mi sono confrontato con la mia famiglia e abbiamo pensato che fosse la scelta più giusta. Mi sto trovando bene, faccio parte di un gran gruppo. Siamo molto uniti e penso che sia la nostra forza. Il mister ci sta mettendo nelle condizioni per poterci esprimere al meglio".

Quali sono le richieste del mister?

"Alvini ci chiede di essere umili, di essere squadra e di avere fame. Al resto pensa lui con il suo staff, a noi chiede solo questo. Con il mister il rapporto è molto buono. Sognare, però, non costa nulla…"

Le origini e la famiglia...

"Sono nato e cresciuto a Ravenna, ma tutta la mia famiglia è di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. Vado giù spesso per trovare i parenti, in casa di certo non si parla romagnolo. Con i miei genitori ho uno splendido rapporto, hanno fatto tanti sacrifici per me. Mi seguono sempre quando possono, devono ‘dividersi’ anche con mio fratello più piccolo che gioca nel Ravenna. È più alto e grosso di me, a differenza mia è destro. È 2008, secondo me ha una buona prospettiva. Giocare insieme come gli Oyono o i Ciofani? mai dire mai!".

Il rapporto con Mihajlovic..

"Esordio? Non so neanche descrivere l’emozione che ho provato, non me lo sarei mai immaginato. Giocavo con l’Under 17, da un giorno all’altro ho fatto l’esordio in Serie A. Sinisa era una persona fantastica, una persona vera. Non faceva distinzioni, quando mi allenavo con la prima squadra mi trattava come se avessi 30 anni. Avrà sempre un posto nel mio cuore perché mi ha dato la fiducia dell’esordio e mi ha fatto esordire dal primo minuto nella stagione successiva. Penso che il primo allenatore a credere veramente in me sia stato lui".

Nazionale? Chiaro che voglio tornarci, ma il mio obiettivo principale è fare bene con la maglia del Frosinone. Segnare e vincere le partite con il club è la prima cosa, la Nazionale poi è una conseguenza Lo stage con Mancini? È stata una bella emozione, non me lo aspettavo. Poi ho visto il mio nome, è stata una bella esperienza e un importante banco di prova perché mi sono confrontato con altri giovani fortissimi. Mi ha fatto crescere".

Come è l'Antonio fuori dal campo?

"Una persona semplice con uno stile di vita normale. Mi piace uscire con i compagni. Gioco un po’ alla Play ma non più di tanto, giusto perché sono da solo a casa e mi annoio. Mi piace più stare in compagnia e uscire. Idoli? L’idolo di tutti è Cristiano Ronaldo, che è impossibile non apprezzare. Il mio, però, è il ‘Matador’ Cavani”.

"Gruppo? Quando sono arrivato qui non conoscevo nessuno oltre Corrado e Palmisani. Sono arrivato a ‘scatola chiusa’ ma è stata una bellissima sorpresa. Ho legato con tutti, andiamo a cena in tanti, penso che come gruppo sia davvero fantastico"

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