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, mister Grosso si racconta a "Tutti i colori del libro - Festival"

21.07.2021 13:30 di Tuttofrosinone Redazione Twitter:    vedi letture
Frosinone, mister Grosso si racconta a "Tutti i colori del libro - Festival"
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Nella seconda serata del Festival Tutti i colori del libro che si sta svolgeldo a Veroli, è intervenuto il tecnico del Frosinone mister Fabio Grosso il quale, intervistato dal noto giornalista Riccardo Cucchi, ha ricordato parte delle tante esperienze vissute durante la sua carriera. Di seguito una parte dell'intervista

Raccontaci l'esperienza al Palermo...

"Dopo essere arrivato in serie A, al terzo anno a metà anno mi è arrivata la proposta del Palermo e mi piaceva. Avevo già assaporato la Nazionale 7-8 volte con mister Trapattoni. Mi stuzzicava l'idea di andare in una piazza focosa, particolare e quindi ho deciso di scendere in B per i restanti sei mesi e credo sia stata una scelta importante ma anche giusta nella mia carriera perchè la squadra era forte e abbiamo conquistato la serie A. L'anno in A poi c'erano 35mila abbonati, un grandissimo entusiasmo e nel tempo siamo riusciti a costruire una squadra bella, che giocava bene e che si intende. Con quel Palermo abbiamo fatto cose bellissime"

Che allenatore era Marcello Lippi?

"Quando hai quel grande carisma all'interno dello spogliatoio non hai bisogno di essere molto severo perchè comunque il gruppo ti segue. poi quando sei coerente e lineare come lui è stato con noi le cose vanno come devono andare. Se riesci a seguire una linea e riesci a mettere all'interno di questo percorso giocatori di grande qualità, come avevamo in quella Nazionale, alla fine crei quella magia che ti permette di fare anche cose che all'inizio inimmaginabili."

Inizi il Mondiale alla terza gara, te lo aspettavi?

"Io ero in un periodo in cui dopo tanta fatica e tanto sudore nelle ultime amichevoli pre-mondiale ero diventato un calciatore importante che poteva giocare con quei campioni. Nel pre-mondiale avevo una maglia da titolare, nella prima gara del Mondiale Zambrotta era infortunato e duqnue giocammo io e Zaccardo. Nel secondo match il mister fece questa scelta di mettere Zambrotta a sinistra e nella terza invece ha riproposto me con Zambrotta a destra".

Preferisci essere definito terzino o esterno?

"Non l'ho mai detto, ma ora lo dico: a chi mi dice che ero un grande terzino rispondo sempre che ero un trequartista e poi sono stato bravo ad adattarmi a giocare anche sulla fascia. Una delle mie qualità che posso riconoscermi è quella di saper stare anche vicino a calciatore molto bravi, nelle occasioni importanti nella mia carriera ho avuto la bravura e quel pizzico di fortuna di saperle cogliere e svoltare in una maniera positiva. In questo ho tanti ricordi belli e questa credo sia una delle caratteristiche che mi ha permesso di arrivare cosi in alto"

I tuoi episodi significativi del Mondiale...

"Con l'Australia eravamo molto stanchi per poter immaginare i supplementari, anche se poi in quei momenti le forze si trovano sempre. Quella con l'Australia è stata una delle poche finte che facevo, in quella circostanza è andata bene e in un istante ho visto passare un difensore avanti a me e non sapendo dove andare ho fatto un altro movimento con la palla. Mi hanno sempre infamato dicendo che il rigore non c'era, invece c'era non mi sono buttato. In tante foto si vede il difensore in scivolata che capendo il mio cambio di direzione con le spalle mi ha colpito"

Se non ti avessero fermato, saresti andato in porta?

"Adesso mi viene da dire quel che dico sempre ai ragazzi: "il compagno, il compagno". Non so se all'epoca avrei cercato un compagno, probabilmente avrei calciato di destro commettendo un errore"

Osvaldo Soriano dice: "Il calcio è dubbio constante e decisione rapida". Ti riconosci in questa definizione?

"Si, sono caratteristiche determinanti. E' bello saper ascoltare e saper prendere spunti per lavorare su una propria idea in cui bisogna credere. Non c'è  una sola verità, il calcio è bello perchè viene proposto in maniera differente, non è detto che tizio e caio debbano sempre vincere.A me piace tantissimo quello che sto facendo, voglio continuarlo a fare con grande passione e con una grande voglia di volermi migliorare perchè come ho detto mi diverto a farlo anche se "è faticoso""

Arriviamo al 4 luglio a Dortmund contro la Germania, quando al 119' Pirlo riesce a pescare Grosso in area di rigore...

"In campo è difficile pensare in quei momenti, è l'istinto che ti accompagna. La fortuna di avere in squadra calciatori che facevano cose diverse, credo che solo Andrea Pirlo in quel momento poteva mettere quella palla. Io c'ho sperato perchè lo conoscevo, avevo giocato tante partite con lui e mi aveva fatto divertire tante volte in altre zone del campo e allora ho sperato di ricevere la palla mettendomi bene con il corpo per calciare. Ho tante foto in cui si vede la palla che passa ad un centrimetro dal guando del portiere e ad un millimetro dal palo, quando le cose devono infilarsi nella maniera giusta si infilano e danno delle soddisfazioni. Purtroppo capita anche il contrario"

Hai pensato a Tardelli?
"In quel momento no, me lo hanno detto tante volte di questo paragone ma in quel momento onestamente non c'ho pensato. Speravo finisse subito la partita, non avevo più energie perchè ero vuoto di felicità. Erano momenti che si fa fatica a descrivere perchè emozioni troppo grandi. Io avevo fatto tre anni di eccellenza, due anni in C2 e dunque dopo quel gol pensavo che il calcio non potesse darmi qualcosa in più di quella gioia e invece..."