STELLE GIALLAZZURRE – Massimo Assante, il “savoiardo” del tiramisù frusinate targato Massimo Conti

Quant’era bello il Frosinone della C2. Nessun tifoso canarino può pensarla diversamente. Negli anni ’90, infatti, il club ciociaro, dopo anni trascorsi tra i dilettanti, cominciò a muovere i primi passi nel calcio professionistico. L’ossatura di quella squadra era qualcosa di indimenticabile. Nell’undici titolare del Frosinone possiamo trovare bandiere come Cipriani, Colagiovanni, e Massimo Assante. Il portiere, elemento-chiave per la squadra ciociara negli anni Novanta, ha disputato ben quattro stagioni nel Frosinone, per un totale di 120 presenze in maglia giallazzurra.
Assante nasce a Napoli, città in cui cresce sia umanamente che calcisticamente. Entra a far parte del vivaio dei partenopei, per poi lasciare le giovanili azzurre nel 1983, destinazione Cavese, dove Assante ha trascorso ben quattro anni della sua carriera calcistica. Dopo una breve parentesi nel Giarre, squadra che lo ha lanciato nel calcio dei grandi, Assante è approdato a Savoia, dove ha giocato in totale per ben sei anni. Nel bel mezzo della sua esperienza in Liguria, c’è una straordinaria parentesi al Frosinone, condita da quattro stagioni giocate ad altissimi livelli.
Assante si rende protagonista della squadra che fece sognare i tifosi canarini, riuscendo (seppur con numerosi esoneri) a conquistare la salvezza per ben quattro volte consecutive. L’ex-numero 1 giallazzurro mette subito in rilievo le sue grandi qualità: nella prima stagione della Serie C2, il Frosinone subisce solo 21 reti, cifra notevolmente importante per una neopromossa. Numeri che hanno fatto conquistare sin da subito la fiducia dei tifosi giallazzurri da parte dello stesso Assante.
Il portiere napoletano si rivela decisivo anche e soprattutto negli scontri-salvezza. Tra questi spicca un Giulianova-Frosinone della stagione 1994/95, gara resa celebre dalla bizzarra telecronaca di Francesco Marcozzi, il commentatore fazioso che definì Assante “culone”. Quel minuto e mezzo è l’unica testimonianza sottoforma di video che si ha dell’esperienza di Assante a Frosinone. Eppure, già da quel piccolissimo sketch, si possono evincere le grandi qualità del numero 1 frusinate, tra le quali spicca su tutte la sua grande elasticità, che lo porta a parate estreme, come il salvataggio miracoloso su Sauro Pugnitopo allo scadere, che regala al Frosinone la storica salvezza.
Vogliamo ricordarlo così, Massimo Assante. Incisivo, tempestivo e decisivo. Un vero e proprio asso nella manica per il Frosinone che cominciò a far sognare i tifosi canarini. L’elemento fondamentale per la “ricetta” preparata dall’allora presidente canarino Massimo Conti.