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, contro il Cosenza la sconfitta che non ti aspetti. Il focus

L'analisi sul ko di misura rimediato ieri in casa dai giallazzurri, condannati dal grande gol siglato al 48' della ripresa da Brescianini
19.03.2023 10:45 di Roberto De Luca Twitter:    vedi letture
Baez in azione
Baez in azione
© foto di Frosinone Calcio

Il Frosinone ha palesato la propria condizione umana e per un pomeriggio non ci sono stati extraterrestri allo Stirpe. Può succedere e non deve rappresentare un dramma di portata così pesante per una capolista che, comunque, dorme serenamente con un +11 sul terzo posto occupato dal Südtirol, in attesa del Bari che vincendo oggi potrebbe portarsi a -9 ad 8 giornate dalla fine. Le cause di quella che è divenuta la seconda sconfitta interna stagionale vanno attribuite ad un Cosenza battagliero e pungente, facilitato però dalla poca brillantezza dei giallazzurri. L’ultimo e unico ko fra le mura amiche era arrivato col Parma lo scorso 24 febbraio. Da quel giorno 2 vittorie e 1 pareggio, incluso il sontuoso tris rifilato al Venezia. Grosso dovrà certamente valutare bene la situazione per il rush finale di campionato, periodo cruciale in cui servirà il miglior Leone. La sosta dovuta agli impegni delle Nazionali, in tal senso, si rivelerà preziosa per recuperare energie psico-fisiche. E anche giocatori, vista il numero cospicuo di elementi che riempiono l’infermeria.

INFORTUNI - L’elogio del collettivo ha sempre rappresentato una costante nelle descrizioni riguardanti i ciociari, bravi a tirare fuori risposte da tutti. Ma in questo momento è altrettanto vero che la dea Bendata pare averli voltato le spalle con fare lampante. E nel computo delle analisi non si può fare a meno di cominciare da quanto accaduto ieri sotto una certa prospettiva: la squadra di Grosso, già decimata alla vigilia (indisponibili Kone, Mazzitelli, Lulić e lo squalificato Rohdén con Ravanelli presente ma acciaccato) ha dovuto fare i conti a gara in corso con gli infortuni di Szyminski, Cotali e Frabotta. Problemi di natura varia per i tre, però determinanti nel condizionare sulla lettura della partita e sulla scelta dei cambi. Insomma, cifre identificative di un pomeriggio storto nel quale ben poco è andato per il verso giusto e che conferma quanto in Serie B non bisognerebbe mai dare nullaIlF per scontato.

LA PARTITA - Poi c’è il calcio giocato, quello che conduce diretti ad una prestazione poco pulita sul piano del palleggio nonostante il dominio schiacciante in termini di possesso (69% il quantitativo finale, ndr). Troppi gli errori commessi nello sviluppo della manovra e quel 156 inserito di fianco alla voce “possesso perso” la dice lunga sulle difficoltà incontrate da Lucioni e compagni. La traversa colta da Moro nel primo tempo ha un po’ ingannato, ponendosi al centro di una strada ad ostacoli inattesa, percorsa nel tentativo obbligato di superare il traffico in mezzo al campo ricorrendo agli esterni. Le uniche reali condizioni per creare la superiorità numerica portano al nome di Oyono, puntuale nelle sovrapposizioni e uno dei pochi a salvarsi in un contesto di generali insufficienze. Bravo, ad ogni modo, il Cosenza di Viali a condurre sotto ritmo il Frosinone facendo tanta densità lì in mediana e ostruendo, di fatti, le principali linee di passaggio che solitamente diventano fonti di esaltazione.

FIDUCIA - In questo scenario, i silani nella ripresa hanno preso convinzione alzando il loro baricentro. Un atto di coraggio che, al 93', ha ripagato con la marcatura firmata Brescianini. Rete di pregevole fattura, arrivata nel momento in cui una formazione come il Frosinone non avrebbe mai dovuto prestare il fianco a possibili ripartenze. In situazioni come del genere, meglio tornare negli spogliatoi con un pareggio e un punto da aggiungere al bottino. Letture poco lucide che da una capolista non ti aspetti, come confermato dallo stesso Grosso in conferenza: «In certe partite devi essere bravo a prenderti quello che il campo ti dà e invece ci siamo sbilanciati ed abbiamo preso gol in contropiede. Usciamo dal campo con amarezza che ci dovrà servire come insegnamento. Dobbiamo ritrovare le energie giuste e ripartire». Più carichi che mai per coronare il grande sogno.