Sampdoria, c'è davvero autocritica da parte di Manfredi? La situazione playout e il futuro

Rompe il silenzio, ieri, davanti alle telecamere di Sky Sport, il presidente della Sampdoria Matteo Manfredi, che torna a parlare dopo la retrocessione della formazione blucerchiata in Serie C, o meglio, parla del momento, perché se sarà effettivamente Serie C si saprà tra un po': come ormai noto, la vicenda legata alla penalizzazione in arrivo per il Brescia riscriverà la classifica, con la Samp che quindi guadagnerà una posizione e potrà giocarsi il playout contro la Salernitana. Un playout che Manfredi definisce 'atto dovuto' nei confronti del club.
Inutile però negare al disfatta doriana sotto ogni punto di vista (anche giovanile e femminile), e questo non è chiaramente smentito dal presidente, che parla sì di autocritica, ma punta poi di fatto il dito - seppur tra le righe - contro chi alla Samp ora non c'è più: "È successo che abbiamo delegato, ci siamo affidati a persone esperte di questo settore che purtroppo non hanno portato ai risultati sperati, ma come sapete abbiamo investito, anche all'ottica dei critici eravamo tra i favoriti: ma neppure gli investimenti, i tanti investimenti, non hanno pagato. I miei errori? Ho fatto un errore grandissimo: ho iniziato la stagione dicendo che non avrei mai cambiato allenatore, ma purtroppo non ho dato seguito alla mia convinzione e questo è stato l'errore principale. Quando poi ci sono tanti cambi è evidente che qualcosa non ha funzionato, ma di sicuro non farei più l'errore di dare così tante deleghe e così ampie".
A ogni modo, c'è da considerare un nuovo incontro tra il citato Manfredi, altri componenti dello staff dirigenziale e il patron Joseph Tey Wei Jin, profondamente insoddisfatto della stagione: le scelte tra scrivania, panchina e campo, stanno portando a profonde riflessioni. E anche, forse, a decisioni che potrebbero stravolgere l'organigramma e il processo decisionale del Doria.