Messico e Polonia si infossano nel rammarico: nessuna delle due affonda la stoccata, l'Arabia Saudita gongola

22.11.2022 23:00 di Andrea Pontone Twitter:    vedi letture
Messico e Polonia si infossano nel rammarico: nessuna delle due affonda la stoccata, l'Arabia Saudita gongola

L'Arabia Saudita sarà la sorpresa di questo Mondiale, seguendo il solco della testimonianza costaricana del 2014. Il più grande assist - oltre che dall'Argentina - arriva dalle altre due partecipanti al Gruppo C: Messico e Polonia, infatti, si fanno del male entrambe, pareggiando con zero reti a testa e consentendo ai mediorientali di sognare (almeno per qualche giorno) in testa al girone. Da un punto di vista matematico (non per dare lezione agli arabi in merito, mancherebbe altro) alla formazione saudita basterebbero due pareggi per aggiudicarsi il passaggio del turno. Un ulteriore stop dell'Argentina, inoltre, consentirebbe all'ormai ex matricola del gruppo di accedere agli ottavi in qualità di capolista. Allo Stadio 974 (primo impianto sportivo "smontabile" nella storia dei Mondiali di calcio: sarà ricostruito in Uruguay, Paese che sogna di ospitare la manifestazione nel 2030) sono vani i tentativi dei messicani di abbattere la corazzata polacca: ordinatissima, in fase difensiva, la formazione europea, con il veterano Glik coadiuvato dalla rivelazione Kiwior, centrale dello Spezia e sconosciuto da un punto di vista internazionale prima della Coppa del Mondo (perfino Lewandowski, dopo il primo allenamento, si è congratulato con il suo c.t. per la chiamata del giovane difensore). Un frizzante Lozano non basta agli uomini in maglia verde per onorare la maestosa cornice di pubblico regalata dall'esodo di tifosi messicano verso il Qatar: la vivacità dell'attaccante del Napoli viene in parte tradito dai suoi compagni, tra cui Jimenez che da subentrato non riesce a calarsi perfettamente nei ritmi di gioco. Dall'altra parte, scelte opinabili dell'allenatore Michniewicz: 4-5-1 puro con Lewandowski unica punta, ma in questo modo isolato, senza un diamante di nome Milik che possa fare da raccordo tra centrocampo e attacco. Da esterno alto, il romanista Zalewski non dà il cambio di passo (a difendergli le spalle, in difesa, c'è il sampdoriano Bereszyński, adattato a sinistra), l'atteggiamento generale della squadra è troppo difensivo e l'ingresso tardivo di Milik - addirittura a pochi minuti dal recupero finale - appare davvero urticante: insomma, un bel pasticcio tattico. Il Messico non sfonda, anzi, rischia la sconfitta nel secondo tempo: Lewandowski è rapace nel crearsi dal nulla una buona palla gol, con il difensore avversario Hector Moreno che è costretto a stenderlo in piena area di rigore. Il tiro dal dischetto che segue, del resto, non spezza la maledizione che incatena il centravanti polacco al digiuno realizzativo nei Mondiali di calcio: piatto debole e centrale, alla sinistra del portiere Ochoa che non sbaglia lato. Respinta che eleva l'estremo difensore messicano a leggenda non solo del suo Paese, ma anche della storia recente dell'intero torneo (è la sua quinta Coppa del Mondo consecutiva: un eterno pilastro). Le due squadre, apparse un pochino disorientate dal risultato di Argentina-Arabia Saudita che ha stravolto completamente le sorti della classifica, sono finite per subire l'inerzia del girone senza intervenire, dimostrando - quantomeno al loro esordio - una scarsa personalità. Lewandowski ha avuto dagli undici metri la stessa occasione capitata a Bale in Stati Uniti-Galles: il bomber del Barcellona, d'altro canto, ha fallito la sua occasione. Ne arriveranno altre, in questa manifestazione. Sempre a patto che l'ex Bayern sia aiutato da una seconda punta (Milik è pronto a sostenerlo). Il Messico si rivela a tratti spumeggiante nel palleggio, ma tutto si rivela inutile dinnanzi alla manifesta incapacità di realizzare sotto porta. Tanti problemi da risolvere, in pochissimo tempo, da entrambe le parti.