Nove anni fa ci lasciava Benito Stirpe: il ricordo del Cavaliere simbolo della rinascita ciociara

Esattamente nove anni fa, il 18 dicembre 2008, si spense all’età di 85 anni il ‘Cavaliere’ Benito Stirpe, storico Presidente del Frosinone Calcio, l’uomo che forse più di tutti rappresenta la storia giallazzurra. L’uomo più amato, il più carismatico, una figura immensa: l’unico, l’inimitabile, Benito Stirpe. E proprio oggi, nel giorno dell’ottavo anniversario della sua morte, vogliamo ricordare e commemorare il grande uomo e Presidente che è stato.
Ciociaro dalla nascita, il piccolo Benito viene alla luce nel 1923 nella sua casa natale di Torrice, comune distante soli otto chilometri da Frosinone, che all’epoca contava poco più di cinquemila anime. Nato all’alba del periodo fascista, i genitori lo chiamano Benito, come molti altri bambini sparsi in tutta Italia nati a quei tempi.
Benito cresce, e quando diventa ragazzo entra a far parte dell’azienda familiare, una piccola ditta che si occupa di costruzioni. La sua spiccata propensione per l’imprenditoria ed il grande spirito di lavoro e sacrificio portano Benito a trasformare la sua piccola media impresa in una multinazionale conosciuta in tutto il panorama internazionale del settore. Questo grande merito gli sarà poi riconosciuto dalla Repubblica Italiana che lo nominerà ‘Cavaliere del Lavoro’. Proprio da qui, il suo storico soprannome.
Il Benito di cui vogliamo parlare oggi, però, è quello che ha dedicato una vita al Frosinone Calcio. Gli otto chilometri che separavano la sua casa natale dal Campanile sono diventati tutt’altro che un confine, ma uno stretto legame, che non si è mai interrotto e mai si interromperà. Il ‘Cavaliere’ ha sempre avuto una grande passione per lo sport, soprattutto per il calcio, tanto da far entrare il Frosinone nel mondo del calcio professionistico.
Nella prima metà degli anni ’60, Benito sceglie di affiancare il fratello Roberto, altra figura molto importante per la storia del club ciociaro, alla guida dell’appena nato “Sporting Club Frosinone”. Da lì in poi, l’amore tra la tifoseria frusinate ed il Cavaliere non cesserà mai di esistere. Perché i tifosi hanno sempre amato Stirpe, e Stirpe ha sempre amato i tifosi. E la tifoseria giallazzurra per sempre celebrerà la figura del Cavaliere, come lui stesso ha portato con sé l’affetto e la gioia dei tifosi canarini.
Appena arrivato alla guida del club, Stirpe comincia ad allestire la cordata degli invincibili: all’ombra del Campanile arrivano campioni dal calibro di Benvenuto, Caputi, Da Col, Del Sette, Fumagalli, Gerli e Trentini. Ed un Frosinone che veniva dato spacciato alla vigilia, in quanto debuttante, nella stagione 1963/64 riesce ad arrivare al quinto posto nel girone D della serie dei Dilettanti, per poi conquistare l’anno dopo la storica promozione in Serie C, ai danni dei rivali storici del Latina.
“Vogliamo vincere anche questo campionato ed arrivare in Serie B!”, esclama Benito Stirpe, tanto che, insieme al fratello Roberto, i due vengono soprannominati i “Fratelli dell’entusiasmo”. Nella stagione seguente, però, per il Frosinone qualcosa comincia ad andare storto sin dall’inizio, ed i ciociari non riescono ad evitare la trappola della retrocessione. Roberto e Benito sono costretti a vendere: si interrompe qui, ma solo momentaneamente, il rapporto tra la dinastia Stirpe ed il Frosinone.
La tifoseria, intanto, continua a commemorare i due uomini che hanno scritto insieme la storia del club, elevando il Frosinone dal calcio dilettantistico e facendolo affacciare alla finestra di quello professionistico. L’avventura del club ciociaro continua ad andare avanti, ed attraversa decenni di storia, fino a quando, all’avvento del terzo millennio, Maurizio Stirpe, figlio di Benito, preleva le quote della società. Il suo obiettivo è uno solo: regalare al padre il sogno nel cassetto chiamato Serie B.
Qualcosa comincia ad andare sin da subito nel verso giusto: si forma un grande ambiente attorno ad una squadra che è pronta a scrivere la storia. La piazza aspetta con trepidazione una promozione che sembra essere già nell’aria, e che, alla fine, arriva: il Frosinone allenato da Ivo Iaconi – e guidato dai gol di Ciro Ginestra – centra lo storico obiettivo del campionato cadetto grazie alla vittoria nei playoff contro il Grosseto.
L’intera città esplode di gioia, e lo stesso Benito, divenuto Presidente Onorario, corona il suo sogno. Così come il figlio Maurizio, che riesce nell’impresa di regalare una grande soddisfazione a proprio padre. Con la sua solita impronta carismatica, Benito si avvicina ad un tifoso, e gli sussurra: “Vai a pregare la Madonna di Canneto: grazie alla sua protezione nel il giro di tre anni arriveremo in Serie A”. Ma questa è un’altra storia…
Nel frattempo, quando il Frosinone comincia a vivere la sua prima stagione in Serie B, Benito non lascia mai vuota quella sedia del ‘Matusa’: se ne sta lì, seduto in terza fila, ad ammirare lo spettacolo offerto dai leoni, per poi scendere nel tunnel degli spogliatoi e complimentarsi con i canarini. Quella sedia non è mai vuota: Benito, nonostante quel che gli stia accadendo, non si arrende.
Le condizioni di salute del Cavaliere, infatti, cominciano ad essere cagionevoli, e nel 2008 si aggravano notevolmente: il 18 dicembre, Benito è costretto a perdere la sua partita più importante, pur avendo lottato fino all’ultimo. Nel corso della sua vita la grande figura di Benito Stirpe ci ha insegnato che con lo spirito di sacrificio ogni traguardo è raggiungibile. Ma che, se c’è un’unica cosa a cui non ci si può opporre, è il destino.
Quel destino che fece retrocedere il Frosinone nell’annata 1966/67, e che, alla fine, fece rimanere vuota quella sedia del ‘Matusa’. Ma il Cavaliere ha continuato ad essere presente in quello stadio: ogni sabato, la sua foto viene esposta nei distinti circostanti la Curva Nord. E proprio la stessa curva, nel pre-partita di Frosinone-Lecce, gara che valse un’altra storica promozione in Serie B, rese omaggio allo storico presidente gialloblù con una gigantografia mozzafiato. Come dimenticare poi la straordinaria coreografia di Frosinone-Cremonese, con la dinastia Stirpe (padre Benito e figlio Maurizio) celebrata nel corso dell'inaugurazione del nuovo stadio.
Ci piace ricordarlo così, il Cavaliere: sereno, innamorato della piazza e della sua squadra, innamorato di una tifoseria e di un club che lo hanno fatto sognare fino all’ultimo. Innamorato di suo figlio, che qualche anno dopo riuscì nell’impresa di portare il Frosinone in Serie A, e che ora sta per dedicargli il nuovo impianto sportivo della città. Perché Benito Stirpe è un’icona non solo della squadra, ma anche e soprattutto della città di Frosinone, per la quale ha sempre dato tutto, e che conserverà sempre nel cuore.
Ora il Cavaliere sostiene il Frosinone da lassù, e tifa per i colori giallazzurri, che nel corso della sua carriera da Presidente ha sempre sostenuto. Nove anni fa non se ne andava un semplice uomo, ma l’emblema di una Ciociaria che a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80 cominciò a tornare grande.
Riposa in pace, Benito Stirpe: la storia vivente del Frosinone che non morirà mai.