L'EDITORIALE - Il Frosinone fa l'Inter: trattiene i big e puntella con un mix di giovani e pezzi da 90

Marotta? No, Stirpe. Akanji? No, Cittadini. Il Frosinone, nell'ultimo mercato, ha fatto l'Inter in piccolo. Non in termini economici, ovviamente, ma per la sua filosofia. Ha saputo far quadrare i conti, nonostante un budget limitato, per costruire una squadra solida in un campionato di Serie B sempre molto equilibrato e complicato. La società ciociara ha mantenuto la parola data il 25 giugno: ha ricreato entusiasmo, ha agito con criterio e ha costruito una squadra che è già in sintonia con l'ambiente e i tifosi.
Identità e Fame: le parole d'ordine
La parola chiave di questa stagione è "identità", la stessa che sta guidando la campagna abbonamenti e che mister Alvini sta già imprimendo alla sua squadra. Il legame con i tifosi si sta rafforzando giorno dopo giorno, con l'apice toccato nella trasferta di Palermo, quando la squadra è andata a salutare i tifosi sotto il settore ospiti, purtroppo chiuso per il divieto. Un gesto che ha dimostrato la connessione che si sta creando e che in campo si traduce in fame e sacrificio, ingredienti perfetti per generare entusiasmo.
Unica nota dolente, il dato degli abbonamenti, fermo a 6.300 contro gli oltre 8.000 della passata stagione. Si aspettava la fine del mercato? Se così fosse, è il momento di rispondere, perché la società merita solo applausi.
Un mix vincente: big, giovani e potenziali sorprese
Il Frosinone ha tenuto tutti i suoi pezzi pregiati e ha portato in Ciociaria talenti come Ben Kone, Calò, Masciangelo, Cittadini, Sherri e Corrado. A loro si uniscono giovani di talento che vogliono emergere, come Koutsoupias, Raimondo, Bracaglia, Palmisani, Jacopo Gelli e Zilli, senza dimenticare i giovanissimi Cichella, Barcella, Grosso, Ndow e Dixon, in attesa di scoprire il potenziale di Vergani e Raychev.
L'unica pecca, forse, è l'assenza di un'alternativa a Ghedjemis sulla destra. E per la punta da 15 gol, il Presidente Stirpe è stato chiaro: il Frosinone non può permettersela. Ma guardando il gioco di Alvini, con i tanti inserimenti dei centrocampisti, i gol potrebbero arrivare da diversi calciatori. E chi dice che uno tra Raimondo e Zilli, due ragazzi del 2004 e del 2002 che finora non hanno giocato da protagonisti, non possa esplodere?
Gli ingredienti per una stagione emozionante e divertente ci sono tutti. Non bisogna fare proclami o illudersi, perché il pericolo è sempre dietro l'angolo e l'anno scorso deve aver insegnato molto. Ma non è nemmeno il caso di nascondersi: il Frosinone può essere l'outsider di questo campionato di B, e la prestazione di Palermo ne è stata la dimostrazione. Se tutti, uniti, dentro e fuori dal campo, si creerà quell'alchimia che portò il Frosinone dalla C alla A, allora si potrà sognare. I grandi risultati sono sempre arrivati solo con il giusto entusiasmo. Iniziare a riempire il Benito Stirpe sarà il primo passo.
E per i più scaramantici, c'è una statistica da non sottovalutare: Alvini in carriera, dopo ogni retrocessione, ha sempre centrato i playoff. L'anno scorso era alla guida del Cosenza, retrocesso...