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, l'elogio di Ederson: «Lavoro top di Grosso, merita la A»

L'ex centrocampista brasiliano, compagno di squadra di Grosso nel Lione, a "TuttoFrosinone" plaude al lavoro svolto dall'attuale tecnico giallazzurro
27.03.2023 15:30 di Roberto De Luca Twitter:    vedi letture
Da sx a dx Ederson e Grosso
Da sx a dx Ederson e Grosso

«Per come stava in campo, si sapeva che Grosso sarebbe diventato un ottimo allenatore». Il racconto di Ederson Campos comincia da qui. E allora la domanda, intrisa di ricordi conducenti soprattutto all’esperienza vissuta insieme nel Lione, sorge spontanea: come stava in campo, Fabio Grosso? Al top, la risposta. Corsa, intelligenza, senso della posizione, spiccata percezione degli spazi e qualche incursione in zona gol. Praticamente, una fotocopia del suo Frosinone che sta dominando il campionato di Serie B.

LE IDEE - Primo posto occupato in classifica da mesi, numeri di rilievo accompagnati da prestazioni esaltanti che suscitano interesse ovunque, valicando ogni tipo di confine: «Ciò che sta compiendo Fabio è tanta roba», dice convintamente Ederson a “TuttoFrosinone”. Perché in Ciociaria il tecnico nativo di Roma sta aprendo lo scrigno del suo calcio moderno. E sono proprio le idee trasmesse dai giallazzurri a incidere tanto nei giudizi: «Quando in una proposta di gioco spiccano intensità, aggressività e voglia di imporsi sempre, le analisi non possono che essere positive. Del resto, è il bello di uno sport che è cambiato molto negli ultimi anni a livello di interpretazione». Principi fondamentali, da alimentare gradualmente nella quotidianità: «Per mantenere ritmi così elevati nell’arco di un’intera stagione, proprio come sta facendo il Frosinone, c’è bisogno di allenarsi al meglio. Intendo sia fisicamente che mentalmente e Fabio sta agendo benissimo in tutti i sensi». Andando oltre le attese emerse ai nastri di partenza.

LAVORO E UMILTÀ - La si può leggere in mille modi, ma la si scrive più semplicemente cultura del lavoro. Quella che il buon Fabio ha ereditato dai tanti “maestri” avuti da giocatore. Inclusi Alain Perrin e Claude Puel, condottieri tra il 2007 e il 2009 di un Lione all’avanguardia: «Io ero giovane - il racconto di Ederson - ma in quella squadra c’erano campioni di livello assoluto. E già all’epoca si cercava di sviluppare una manovra che oggi, senza alcun dubbio, verrebbe definita “moderna”». Specie per l’inclinazione continua verso un calcio propositivo, denso di movimenti, versatilità tattica e spirito d’attacco. A stimolarlo i colpi geniali di Juninho Pernambucano, le letture impeccabili in mediana di Toulalan, i gol decisivi di un giovane Benzema. E pure le spinte di Grosso sulla sinistra. Armoniose ed eleganti, come quando colpiva il pallone per pennellare un assist: «Era già un mister in campo. Un leader umile, pronto a dare l’esempio con comportamenti da vero professionista. Ricordarne la visione di gioco e la tecnica sarebbe scontato, parliamo di un campione del Mondo. A colpirmi furono l’umiltà e l’umanità». Un leitmotiv riecheggiante quando si parla di lui.

FERMI TUTTI, HA PAGATO FABIO - Qualità che celano dietro una chiara idea della vita, scandita da sacrificio e sudore. Lo è stato quando era giocatore, lo è adesso che fa l’allenatore. Con punte di generosità che, in particolare, ad Ederson rievocano alla mente un aneddoto speciale. Siamo nel 2008, il centrocampista di Parapuã - all’epoca 22enne - arriva a Lione con molte aspettative. Pasto al volo in un ristorante italiano poco dopo la firma in sede: «Entro e mi trovo Fabio Grosso all’interno». Così, di colpo. La sorpresa che non ti aspetti, ma è solo l’inizio: «Ricordo che ci siamo salutati subito, poi ognuno ha proseguito nel proprio pranzo. Al termine, sono andato a pagare il conto e il proprietario del locale mi fa: “Per te ha già pagato Grosso”. Tuttora stento a crederci, ripensando al momento». Un gesto semplice, gentile e non dovuto: «È stato come un segnale di accoglienza per darmi il benvenuto. Neanche mi conosceva, io ero soltanto un ragazzo. E da lì ho colto il grande altruismo di Fabio». Generosità che, ne siamo convinti, avrà palesato pure pochi giorni fa nella cena (diventata virale con foto e video social, ndr) in occasione dei festeggiamenti per i suoi due anni dall'arrivo al Frosinone.

IL MESSAGGIO - Nel frattempo, la rotta alla volta della Serie A ripartirà, superata la sosta delle Nazionali, da Perugia. Ederson ha staccato un po’ dal calcio, ma si documenta di frequente. Lo fa principalmente su internet, guardando video e leggendo notizie. Quello che fa il Frosinone, complice la presenza di Grosso, balza spesso in primo piano pure in Brasile. E l’augurio dell’ex centrocampista ha una sola direzione: «Tifo per lui e per la sua squadra, con l’auspicio che possano centrare il prima possibile la promozione che meritano, per poi fare un altro grandissimo campionato e stabilizzarsi in A». Per l’amico Fabio, inoltre, arriva un altro desiderio. Che in realtà suona come una convinzione: «Si affermerà in una big, ne sono certo. È sulla buona strada e non ho perplessità. Lo saluto con affetto, ringraziandolo per quello che ha fatto per me a Lione. Sono cose che ricorderò piacevolmente nonostante il tempo scorra». Passato, presente e futuro che si intrecciano col ruggito del Leone in sottofondo.