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, il Dt Angelozzi a Bordocampo Serie B : "Se il Frosinone è vicino al traguardo Serie A gran parte del merito è di mister Grosso. Il nostro segreto? Tutti vogliono arrivare al grande obiettivo..."

18.04.2023 09:00 di  Francesco Cenci   vedi letture
Guido Angelozzi
Guido Angelozzi
© foto di Frosinone Calcio

A pochi passi dal paradiso del calcio tricolore: il Frosinone, primo in classifica in serie B è vicinissimo all’aritmetica promozione in Serie a (la terza nella sua storia). Una stagione condotta magistralmente dagli uomini di Grosso che, con un eventuale vittoria contro il SudTirol sabato prossimo e sconfitta del Bari a Pisa, sarebbe in massima serie. La strepitosa cavalcata giallazzurra., è stata commentata ieri sera a “Bordocampo Serie B”, su Teleuniverso da colui che, insieme al Presidente Maurizio Stirpe e Fabio Grosso ha costruito questo meraviglioso gruppo. Il Direttore dell’area Tecnica ciociaro Guido Angelozzi ha commentato così il momento dei leoni ciociari e tanti altri temi.

Guardando la classifica, nella parte bassa ci sono tre grandi deluse in questo campionato come Spal, Brescia e Benevento: se lo aspettava questo trittico a chiudere la classifica?

“No. Il Benevento ad inizio stagione era partito con altre ambizioni, così come la Spal ed il Brescia che avrebbero voluto fare un campionato tranquillo, valorizzando qualche giovane. La Serie B però, purtroppo è difficile e pazzesca per tutte le squadre. Non è la prima volta questa, che una squadra parte con l’ambizione di vincere un campionato ed invece si ritrova poi a lottare per non retrocedere. Anche a noi capitò appena arrivai a Frosinone, nonostante avessimo una buona squadra e si era partiti per fare un campionato di alta classifica, rischiammo per un momento di retrocedere. Poi arrivò mister Grosso e ci portò in salvo. La Serie B è il campionato più ‘pazzo’ del mondo, da sempre. Per cui ci può stare che tre squadre di quel calibro si  trovino lì in basso”.

E quest’anno come la definisce lei questa Serie B?

“Quest’anno la Serie B è un campionato bellissimo, attraente, duro, pazzesco… Ci sono tanti aggettivi per definirlo. Nessuno l’estate scorsa, dava il Frosinone tra le prime in classifica. Però noi, fin dall’inizio ci siamo detti che saremmo dovuti diventare la sorpresa del campionato. La stagione è già partita bene con la partita di Coppa Italia e da lì poi abbiamo cominciato a lavorare giorno dopo giorno. Tutti quanti si sarebbero aspettati che il Frosinone mostrasse un calo di forma col passare delle giornate, ed invece non siamo crollati. In questo campionato ci sono squadre come Parma, Cagliari, Venezia, Genoa che hanno fatto sforzi economici pazzeschi ed hanno dietro una storia che il Frosinone, senza offendere nessuno, non ha. Così come non la hanno altre squadre di questo campionato. Dalla serie C sono poi salite squadre di blasone come bari e Palermo. Tutto questo per dire che è un torneo, quello cadetto quest’anno, che era rischioso per tutte le squadre alla vigilia, anche per il Frosinone. Però la bravura è stata soprattutto di mister Grosso. Se siamo qui a parlare del Frosinone che potrebbe presto tornare in Serie A, gran parte del merito va attribuita a lui. Fin dal ritiro estivo di Fiuggi, Grosso è stato bravo a creare un bel gruppo. Non smetterò mai di ringraziare tutti i giocatori, l’allenatore e tutto il suo staff perché sono tutti dei professionisti di alto livello. Si è quindi venuta a una bella alchimia tra squadra, staff ed anche la città che ci ha sempre seguiti. Per tutti questi aspetti ci ritroviamo ora lassù. Magari oggi qualche squadra sarà anche un po' ‘arrabbiata’ perché siamo stata la squadra in grado di  - spaccare – il campionato”.

Da 23 settimane consecutive il Frosinone si trova in vetta a questo campionato. A livello personale e professionale per lei questo cosa significa?

“Proprio ieri ho visto qualche statistica del campionato, ed il Frosinone è primo quasi in ogni voce: squadra che ha fatto più gol di tutte e che ne ha subiti di meno. Dalla decima giornata di andata siamo in testa al torneo e che ha mandato in rete il maggior numero di giocatori in tutta la serie B e che ha tenuto più volte inviolata la porta, ben 19 volte. Insomma tutti nostri ragazzi hanno fatto delle cose pazzesche. Avere una classifica così importante, in un campionato con squadre molto competitive è dimostrazione di attaccamento alla Società, all’allenatore, alla maglia e alla città da parte di tutti i giocatori. Si è creata una simbiosi molto bella”.

Qual è il segreto del primato e del successo di questo Frosinone?

“Il segreto è quello che tutta la squadra si allena allo stesso modo. Assisto a quasi tutti gli allenamenti settimanali della squadra e quando vado al campo e vedo allenarsi questi ragazzi mi emoziono. Tutto il gruppo ha la voglia di arrivare verso un grande obiettivo, credo che questa sia stata la fortuna del Frosinone di questa stagione: trovare dei ragazzi con la voglia di arrivare il più in alto possibile”.

Cosa è per lei la programmazione nel calcio?

“Nel calcio si usa spesso il termine programmazione, ma poi in realtà, molto spesso questa non c’è. La mia filosofia è quella di lavorare sui giovani, trovare un allenatore che sposa la mia filosofia di pensiero e portarla avanti. Cerco sempre di allestire delle squadre che abbiano un senso, non creando troppa confusione nello spogliatoio. Programmazione vuol dire anche seguire giornalmente nel lavoro l’allenatore, i giocatori, cercando di trasmettere le proprie sensazioni. Cerco di convincere i miei calciatori del fatto che, attraverso il lavoro, ci si può migliorare e raggiungere grandi traguardi”.

In Serie A anche la fisicità e la forza fisica, oltre che la qualità sono elementi che possono incidere e contano?

“La Serie A per me è ‘un altro sport’ per me, rispetto alla B, l’ho fatta qualche anno e posso dire che è un campionato duro. Ora però, godiamoci questo momento e speriamo di arrivare dove noi tutti vogliamo. Solamente dopo si penserà al futuro. La Serie a è un torneo in cui ci vogliono molti fattori”.

Si parla ogni tanto di futuro con i calciatori, anche per poterli stimolare?

“Non si parla di futuro perché ci sono tanti giocatori che sono in prestito, anche se tutti vorrebbero restare, questo non dipende purtroppo da noi ma dalle altre Società. Ci sono poi altre situazioni da sistemare delle quali parleremo a tempo debito.  Posso dire che abbiamo la fortuna di avere in rosa un capitano come Fabio Lucioni, che è un leader in tutti i sensi. Ma non solo Lucioni, anche Sampirisi, Garritano, Szyminski sono dei ragazzi meravigliosi. Tutti cercano di essere partecipi di questo progetto e vogliono arrivare all’obiettivo prefissato. Questa è stata sempre la mentalità che ci ha accompagnati in questa stagione. Anche dopo la sconfitta casalinga contro il Cosenza, i ragazzi si sono rimessi subito al lavoro per prepararsi e cercare di riscattarsi nella trasferta di Perugia. Nello scegliere i calciatori da acquistare oltre all’aspetto tecnico, guardo anche quello umano.  Per esempio Oyono non lo conoscevo bene. E’ un giocatore forte, un diamante da sgrezzare. Se continuerà ad avere i miglioramenti attuali sarà un giocatore che potrà arrivare ai livelli di Gatti”.

Frosinone può diventare un modello da seguire per il calcio italiano?

“Noi siamo una Società che sta cercando di portare avanti un certo tipo di progetto. Ci sono Società che sono più avanti di noi. Io ho lavorato al Sassuolo, quello emiliano si può definire un modello da seguire, così come lo sono Empoli ed Atalanta. Il Frosinone potrà diventare una squadra che può crescere tantissimo. Speriamo che il Presidente Stirpe potrà portare avanti ancora a lungo questa Società perché non vedo altri imprenditori che possono supportare questo tipo di impegno. Bisogna dire grazie al Presidente. Lui vuole che si costruisca un certo tipo di modello e noi ci stiamo lavorando”.

Pensa che in futuro nel progetto Angelozzi ci possa essere spazio per qualche giovane giallazzurro che si sta distinguendo nel campionato di Primavera 1?

“Per noi la Primavera e tutto il Settore Giovanile devono essere una crescita. Se una Società vuole rappresentare un modello deve crescere anche sotto questo aspetto. Ci stiamo lavorando in questo. Sabato scorso erano in panchina con la Prima Squadra due ragazzi come Palmisani e Selvini, entrambi classe 2004 e che spesso si allenano con i grandi. Nella mia storia calcistica, in passato, se ho avuto giocatori forti in Primavera, li ho successivamente portati in Prima Squadra. Per cui, lavoriamo sul Settore Giovanile anche per cercare di portare qualche ragazzo vicino alla nostra realtà. Bracaglia che si è recentemente infortunato alla spalla è un ragazzo che aspira ad entrare nel roster della Prima Squadra. Sono convinto che nel medio-lungo termine qualche giocatore arriverà a giocare con i più grandi”.