Di Rienzo (Il Messaggero): "Frosinone in crescita ma troppo dipendente dalla difesa. Bene l'arrivo di Angelozzi, 17 anni dopo"

14.11.2020 17:30 di  Gabriele Rocchi  Twitter:    vedi letture
Di Rienzo (Il Messaggero): "Frosinone in crescita ma troppo dipendente dalla difesa. Bene l'arrivo di Angelozzi, 17 anni dopo"
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© foto di Carlo Giacomazza/TuttoSalernitana.com

A seguito della sconfitta contro il Monza dello scorso 7 novembre, abbiamo chiesto al giornalista del "Messaggero" Maurizio Di Rienzo di dirci la sua riguardo alla strada intrapresa dal Frosinone nelle prime battute della nuova stagione. La squadra di Alessandro Nesta, infatti, sembrerebbe aver intrapreso un percorso tutto sommato positivo, sicuramente migliore rispetto a quanto fatto vedere agli inizi della passata stagione, ma non esente da critiche, soprattutto quando si parla delle prestazioni contro le grandi. Di seguito, riportiamo le sue parole.

Partiamo con un giudizio su quanto fatto dal Frosinone fino ad oggi. Un percorso iniziato e finito con due sconfitte, ma una squadra che, nel mezzo, ha dimostrato di saper fare anche grandi cose. 

Mi trovi assolutamente d’accordo. Nelle prime sette giornate abbiamo visto un Frosinone che ha intrapreso un percorso di crescita costante e graduale, anche se, nella partita contro il Monza, non è riuscito a dare quello strappo in avanti che troppe volte ci è mancato. Le due gare perse, in ogni caso, rappresentavano altrettanti scontri diretti, e questo è un dato da sottolineare, visto che non ci permette di capire di che pasta è fatta realmente questa squadra. Ripeto, quella vista la settimana scorsa è una situazione che si è ripetuta spesso nel corso degli ultimi anni, e ritengo che, per crescere ulteriormente, bisognerebbe lavorare proprio sulla continuità di risultati e sull’atteggiamento contro le grandi.

Ma pensi che la squadra vada davvero in difficoltà non appena si alza il tasso tecnico degli avversari? O ritieni che ci siano anche altri fattori che non ci permettono di rendere al meglio in gare come quella della scorsa settimana, magari di natura psicologica?

Personalmente ritengo che il Frosinone, a livello di qualità della rosa, non sia inferiore a nessuno, nemmeno a quel Monza che molti addetti ai lavori hanno fatto passare per una squadra praticamente imbattibile, ma che fino ad ora non mi ha assolutamente impressionato. Anche perché diciamocelo, i ragazzi nel primo tempo avevano tenuto piuttosto bene il campo, ed è solo nella seconda parte di gioco che sono crollati, soprattutto a livello difensivo. Secondo me, più che un fattore tecnico, è proprio una questione psicologica, e ritengo che mister Nesta, in partite del genere, dovrebbe incidere di più sulla testa dei giocatori. 

Quindi ritieni che questa squadra sia davvero troppo dipendente dalle prestazioni della fase difensiva? 

Si, diciamo che la difesa è stata, sin dallo scorso anno, il reparto che ha permesso al Frosinone di conquistare punti importanti, tenendolo nelle zone alte della classifica. Nella partita di Monza, però, l’intero reparto ha fatto notare qualche crepa di troppo, accentuando quelle difficoltà che si erano intraviste, seppur in maniera meno importante, nella gara contro la Cremonese. Con un attacco che segna con il contagocce, è importante che l’intero reparto funzioni a dovere, altrimenti il cammino diventa decisamente più difficile. 

Secondo te, come si potrebbero risolvere le difficoltà che il Frosinone incontra nel fare gol? Sono appena 6 le reti segnate nelle prime 7 gare di campionato, un bottino forse troppo magro per una squadra con determinati obiettivi.   

Ci manca un pizzico di cinismo, bisognerebbe avere più freddezza sotto porta. Non sono un allenatore, ma se dovessi dire la mia credo che la squadra dovrebbe tenere la linea difensiva molto più alta, cercando di portare, allo stesso tempo, ancora più uomini vicino la porta avversaria, anche a costo di subire qualche contropiede in più. Con un attacco che non sembra essere così irresistibile, è importante muoversi compatti verso l’area avversaria, cercando di contrastare il più possibile le ripartenze avversarie. Quest’anno, inoltre, abbiamo diversi giocatori in grado di tirare bene da fuori, come ad esempio Kastanos, e credo che andrebbero sfruttati in maniera diversa.

Continuando a parlare dei nuovi arrivi, pensi che Parzyszek possa essere l’uomo giusto per cambiare il volto all’attacco del Frosinone? Considerando anche che Ardemagni, fino ad ora, ha fatto vedere ben poco.

Mi sembra di rivivere quanto accaduto lo scorso anno con Novakovich, ragazzo che, secondo me, ha sempre avuto delle qualità importanti, ma che all’inizio era criticato da molti. La situazione di Parzyszek è sostanzialmente la stessa, dato che ci troviamo di fronte ad un giocatore che viene da campionati diversi e che sicuramente parla poco la nostra lingua. Deve abituarsi al nostro calcio, gli va dato il giusto tempo per ambientarsi, anche perchè all’estero ha fatto tanti gol ed è nel pieno della sua maturità calcistica. E poi, una volta che avrà preso dimestichezza con il nostro calcio, probabilmente andrebbe anche servito in maniera diversa, magari facendo meno cross a mezza altezza che, date le sue caratteristiche, riesce a sfruttare ben poco.

In chiusura. È arrivato da poco Angelozzi, persona di esperienza e grande conoscitore di calcio. Come pensi che possa cambiare il Frosinone da ora in avanti?

Credo che per il Frosinone sia un arrivo importante, in grado di far fare alla società un ulteriore passo in avanti. Inoltre, non dimentichiamoci che Angelozzi era stato vicino al Frosinone già nel 2003, quando Maurizio Stirpe aveva da poco assunto la guida del club. L’attuale direttore dell’area tecnica, però, aveva già raggiunto un accordo con il Catania, e da uomo di grande parola rifiutò la proposta del presidente, consigliandoli, allo stesso tempo, di ingaggiare Enrico Graziani.

Contestualmente, però, saluta la ciociaria il direttore Salvini, uno dei protagonisti della storia recente del Frosinone. Puoi darmi il tuo giudizio sulla sua esperienza in gialloazzurro, anche alla luce di un progetto giovani che, negli ultimi anni, ha probabilmente perso qualcosa in termini di risultati?

Si, all’inizio Salvini aveva fatto molto bene con la gestione dei ragazzi. Era lui ad avere in mano il controllo di tutto il settore giovanile, ottenendo ottimi risultati. Forse, però, negli ultimi anni sono subentrati troppi incarichi, e probabilmente la troppa mole di lavoro non gli ha permesso di concentrarsi su questo aspetto con la stessa forza di prima. 

L’ultimissima, quali sono le squadre che temi di più in ottica promozione?

Ce ne sono diverse, ma a mio avviso quelle che possono darci più fastidio saranno Empoli, Lecce e Spal, oltra al Monza di cui abbiamo parlato in precedenza. Saranno queste le squadre che si giocheranno i tre posti a disposizione per salire in massima serie.