Alessandro Frara a "Bordocampo Serie B": "I nostri ragazzi stanno facendo qualcosa di straordinario. Bisognerà continuare così. Se dovessero fare qualcosa di ‘normale’, probabilmente nessuno parlerebbe più di loro”

18.10.2022 10:15 di Francesco Cenci   vedi letture
Alessandro Frara a "Bordocampo Serie B": "I nostri ragazzi stanno facendo qualcosa di straordinario. Bisognerà continuare così. Se dovessero fare qualcosa di ‘normale’, probabilmente nessuno parlerebbe più di loro”
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© foto di Federico De Luca

Ospite della trasmissione “Bordocampo Serie B”, andata in onda ieri sera su Teleuniverso, il responsabile del Settore Giovanile ed ex capitano dei giallazzurri, Alessandro Frara ha parlato a360 gradi del momento che stanno vivendo i ciociari, con un occhio di riguardo alla Primavera frusinate, che guida al momento la classifica del campionato di Primavera 1. Queste le parole dell’ex centrocampista canarino.

Ti aspettavi che la Primavera occupasse la prima posizione in classifica in questo momento della stagione?

“No, sinceramente non mi sarei aspettato di occupare questa posizione di classifica dopo otto giornate. Prima dell’inizio della stagione eravamo molto fiduciosi sul potenziale dei nostri ragazzi, ed abbiamo mantenuto la stessa ossatura di squadra rispetto all’anno scorso, potenziando la rosa con qualche innesto. I nostri ragazzi, fino a questo momento stanno andando oltre ogni più rosea aspettativa e di questo ne siamo molto contenti”.

Un campionato, quello di Primavera 1, molto più difficile rispetto alla Primavera 2…

“Si. Quello di Primavera 1 è un campionato completamente diverso, dove ci sono valori importanti e realtà importantissime, che investono milioni di euro per allestire le rose. Ci confrontiamo con realtà più grandi noi, quindi sappiamo benissimo che dobbiamo andare al massimo in ogni partita per mantenere alto il nostro livello. Nel momento in cui si molla leggermente la concentrazione, ci sono squadre importanti e con valori tecnici superiori ai nostri. Quindi si potrebbe rischiare di incorrere in brutte figure, qualora questo avvenisse. Ma i ragazzi stanno dimostrando di avere mentalità e questo ci fa ben sperare per il futuro”.

Ti stai ritrovando in questo nuovo ruolo di Responsabile del Settore Giovanile giallazzurro?

“Si, questo mondo è fatto dal conseguimento di risultati ed adrenalina, tutto ciò mi affascina e piace a tutti coloro che ricoprono questi ruoli: sia Direttori che allenatori".

Pensavi di non emozionarti più rispetto a quando vestivi i panni di calciatore?

Questa qui è un’emozione diversa. Fuori dal campo si soffre sicuramente di più, perché si dipende da altri. Però, allo stesso tempo, si può influire anche nel comportamento dei ragazzi e nella mentalità, dandogli dei consigli. E’ bello vedere che i ragazzi si migliorano giorno dopo giorno”.

Segui le partite dalla panchina o dalla Tribuna?

“Io le seguo dalla Tribuna perché, a mio modo di vedere, la panchina appartiene all’allenatore. Mi piace osservare le partite dalla Tribuna, anche se qualche urlo, ogni tanto mi parte anche da lì (ride n.d.r)”.

Quanto pesa il fatto di dover replicare quanto di buono fatto da te come giocatore per questa maglia, nel settore giovanile? Sapendo che il progetto portato avanti da Patron Stirpe si basa molto sui giovani.

“E’ sicuramente una responsabilità importante, però non ci penso più di tanto. Cerco di fare questo nuovo mestiere con la stessa passione con cui ho fatto il calciatore in precedenza. Provo ad essere abbastanza pignolo, meticoloso e perfezionista. I risultati, sia positivi che quelli negativi fanno parte del gioco. L’importante. Io cerco di portare avanti quelle che sono le mie idee ed il mio pensiero”.

Quanto ti senti ancora giocatore dentro?

“Poco. Ho cercato di abbandonare subito quella veste, perché l’errore che si commette, molte volte, è quello di continuare ad esserlo. Il fatto di aver smesso di giocare abbastanza presto, sicuramente mi ha aiutato in questa nuova veste”.

E’ il gruppo il segreto nel Frosinone di mister Grosso per continuare a raggiungere risultati positivi?

“Si, soprattutto in un campionato di Serie B, dove i valori, tolte 4-5 squadre che forse hanno qualcosa in più, si equivalgono.  Conta molto trovare l’affiatamento e la quadra giusta. Probabilmente qualche squadra in questo campionato non l’ha ancora trovata".

E’ secondo te Fabio Lucioni l’elemento cardine di queste prime 9 giornate nel Frosinone?

“Fabio è un giocatore che ha vinto campionati, di esperienza e carismatico. La sua presenza in rosa, porta sicuramente personalità all’interno di tutta la squadra. Le squadre ben rodate hanno il giusto mix di giocatori giovani ed esperti. In questo momento il Frosinone da questo punto di vista mi sembra costruito bene. Le cose stanno andando bene non a caso”.

Quanto è importane il lavoro che sta svolgendo Giorgio Gorgone in Primavera?

“Sicuramente è uno dei capisaldi delle fortune della squadra. I ragazzi si vogliono bene e si aiutano. E nei momenti di difficoltà i nostri giocatori si aiutano e soffrono insieme. Questo è un aspetto molto importante, soprattutto quando si gioca con squadre dal tasso tecnico superiore. Abbiamo dei ragazzi con delle grandi qualità, altrimenti non avremmo raggiunto questi risultati importanti”.

L’obiettivo è quello di vedere qualcuno di questi ragazzi in Prima Squadra, magari già dal prossimo anno?

“Stiamo lavorando in un certo modo e penso che qualcuno sia all’altezza di stare in una rosa di Prima squadra. Questo è un campionato che forma e fa acquisire esperienza per poter andare in una Prima squadra. L’obiettivo mio e del mister è proprio questo”.

Sei più preoccupato fiducioso per il proseguo della stagione?

“Sempre fiducioso perché la preoccupazione può portare via energie preziose e fa fare cattivi pensieri che, in questo sport qui non fanno bene".

Cosa stai dicendo in questo momento ai ragazzi per non fargli montare la testa?

“Ho detto loro che stanno vivendo un grande momento e che tutti parlano di loro. Questo è sicuramente un aspetto bello. Per far sì che la gente continui a parlar di loro, bisognerà proseguire a fare qualcosa di straordinario. Se dovessero fare qualcosa di ‘normale’, probabilmente nessuno parlerebbe più di loro”.