, mister Alvini alla GdS: "In estate non mi aspettavo la chiamata di Castagnini. Serie A? Sarebbe qualcosa di grosso"
Mister Massimiliano Alvini è uno dei principali artefici del grande campionato che sta disputando fin qui il Frosinone. L’allenatore fucecchiese ha rilasciato una lunga e piacevole intervista sulle colonne della Gazzetta dello Sport nella quale ha toccato diversi temi. Di seguito ecco le sue parole.
Sulla chiamata del Frosinone in estate: “Non mi aspettavo la chiamata del direttore Castagnini la scorsa estate, lo confesso. Poi ho trovato la fiducia di Stirpe e Doronzo e il Frosinone è questo: una piramide vincente che mi ha dato tutto per lavorare bene. Tutti sanno che mi piace lavorare, che voglio costruire un gruppo che si riconosce nella disciplina e nei principi. Il risultato non può essere tutto”.
Sul modulo da adottare e che sta finora adottando: “Mi sono adattato a come ha costruito la squadra il direttore Castagnini. La squadra si esprime meglio così, anche se possiamo giocare a tre e a volte in partita lo facciamo. L’importante è essere flessibili. Fino a 10 anni fa giocavo a quattro, nel professionismo a tre, ma sempre a zona”.
Sul miglior attacco finora in stagione: “Nasce dalla qualità dei giocatori. Riusciamo a portare tanti uomini in area e facciamo gol perché sono bravi. Rischiamo, ma ho sempre preferito un calcio propositivo. A volte riesce, a volte no…”.
Sullo stato d’animo del Frosinone quando è arrivato l'estate scorsa: “Non ho trovato un ambiente depresso dopo la scorsa stagione, ho trovato chiarezza, coerenza, voglia di lavorare. Una società perfetta, i valori e l’identità c’erano. E la squadra è giovane, non era demoralizzata: come staff ci siamo messi a loro disposizione, ricevendo subito risposte e una bella disciplina. Quello che conta è il campo, non il nome o gli ingaggi. Il campo esprime i suoi giudizi: siamo una squadra con l’ambizione di volersi migliorare”.
Sul competere fino in fondo in questa stagione per la Serie A: “Sarebbe qualcosa di grosso. Quello che mi interessa è mantenere identità e disciplina. La parola Serie A mi sembra enorme, ma il bello della Serie B è che la differenza non la fanno i nomi e i soldi spesi”.
Sui tanti giovani presenti nella rosa giallazzurra anche in questa stagione: “Lei ha citato Ghedjemis, Bracaglia, Kvernadze. E Calvani e Monterisi? Barcella e Cichella dove li mettiamo? E Palmisani e Grosso? Qui ci sono tanti ottimi giovani che faranno carriere importanti”.
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