La partenza di Angelozzi: un ritorno di Stirpe al centro della scena?

L'addio di Guido Angelozzi al Frosinone Calcio, nonostante due anni di contratto ancora in essere, per approdare al Cagliari, rappresenta un vero spartiacque per il futuro assetto societario giallazzurro. Questa partenza, ormai data per certa, solleva interrogativi cruciali sul ruolo che il patron Maurizio Stirpe intenderà ricoprire nei prossimi mesi. Negli ultimi anni, Stirpe si era progressivamente defilato dalla gestione quotidiana, affidando le redini dell'area tecnica ad Angelozzi e quella finanziaria a Rosario Zoino.
L'arrivo di Angelozzi aveva segnato un'era di delega significativa. Il suo doppio ruolo di direttore sportivo e presidente del Consiglio di Amministrazione lo aveva reso una figura centrale, il volto più visibile e il fulcro delle strategie sportive del club. Questo assetto aveva permesso a Stirpe di operare in una posizione più defilata, pur mantenendo, naturalmente, la massima autorità decisionale.
Ora, con l'addio di una figura così influente, la domanda è d'obbligo: Maurizio Stirpe tornerà a operare in prima persona in diversi ambiti della gestione societaria?
La promozione interna di Alessandro Frara dalla Primavera, attuale soluzione più probabile per il ruolo di direttore sportivo, suggerisce una linea di continuità e fiducia nelle risorse interne. Tuttavia, un direttore sportivo con un'esperienza "sul campo" limitata a livello di prima squadra, per quanto preparato e profondamente legato all'ambiente Frosinone, potrebbe necessitare di un supporto più diretto e costante dalla presidenza, almeno nelle fasi iniziali. La possibile permanenza di Piero Doronzo, braccio destro di Angelozzi, potrebbe certamente offrire un valido supporto a Frara, ma il suo ruolo andrebbe comunque a inserirsi in un nuovo organigramma da definire.
Questo nuovo scenario potrebbe tradursi in un coinvolgimento più attivo di Stirpe nelle decisioni relative al mercato, alla pianificazione strategica a lungo termine e, più in generale, alla supervisione delle varie aree operative. Non è da escludere che il presidente senta l'esigenza di ristabilire una maggiore presenza "operativa" per garantire la stabilità e la competitività del club, soprattutto in un momento di transizione così delicato.
Le dichiarazioni rilasciate da Stirpe un anno fa, dopo la retrocessione dalla Serie A alla B, gettano una luce significativa sulla sua visione: "Io resto a fare il presidente del Frosinone Calcio, se ci fossimo salvati avrei concluso il percorso e non sarei più stato il presidente anche se sarei rimasto proprietario. Il punto di arrivo come ho sempre detto è quando la società diventa autosufficiente. Ci fossimo salvati avremmo avuto le condizioni per realizzare questo progetto." Parole che rivelano un desiderio di condurre il club verso un'autonomia finanziaria e gestionale che avrebbe potuto portarlo a un passo indietro dalla presidenza attiva. La retrocessione ha però interrotto quel percorso, e ora, con la partenza di Angelozzi, si presenta praticamente un nuovo progetto da ricreare.
La partenza di Angelozzi, quindi, potrebbe non essere solo una reazione a un evento imprevisto, ma anche un'opportunità per Stirpe di riprendere le redini con maggiore vigore. Non avendo raggiunto l'obiettivo dell'autosufficienza che avrebbe permesso un suo parziale disimpegno, la necessità di una guida forte e presente si fa ancora più sentire. La sua permanenza alla presidenza è un segnale di impegno incrollabile, e l'addio di una figura cardine come Angelozzi potrebbe proprio riaffermare il suo ruolo centrale e imprescindibile, quasi a sottolineare che, finché il Frosinone non sarà pienamente autosufficiente, sarà lui il garante ultimo di ogni percorso.
Come si evolveranno le dinamiche interne al Frosinone Calcio nei prossimi mesi? La partenza di Angelozzi è indubbiamente una svolta che potrebbe segnare un ritorno del presidente Stirpe a un ruolo più centrale e attivo, ristabilendo quella figura di "timoniere" onnipresente che ha caratterizzato gran parte della sua gestione.