Dg Venezia: "Le prime 10 di Serie B devono fare i playoff: anche il Benevento!"

21.05.2020 11:30 di Andrea Pontone Twitter:    vedi letture
Dg Venezia: "Le prime 10 di Serie B devono fare i playoff: anche il Benevento!"
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

"Se finiamo solo noi ai playout crede che non impugneremo? Ma non solo noi, anche la Cremonese, o il Benevento se da prima non sale". È la posizione di Dante Scibilia, direttore generale del Venezia, che attualmente occupa la quintultima posizione in classifica. "Sulla questione playoff e playout vedremo come verranno fatti, eventualmente devono coinvolgere tutte le società. Non è possibile che due facciano playout e sei i playoff. Il Benevento non va su e li fa, il Trapani non va giù e li fa. Dieci i playoff, dieci i playout. Non si può scaricare solo su alcune società il danno economico, chi parte deve pagare tamponi, stipendi, protocollo, il ritiro... mentre le altre no. In più se c'è un positivo si ferma tutto, non è pensabile che solo alcuni sopportino il rischio sanitario e il danno economico", riporta TuttoMercatoWeb.com.

Quindi vorreste giocare?
"La volontà l'abbiamo tutti, chi più e chi meno. C'è un punto di equilibrio che dev'essere trovato, con la possibilità di giocare senza spendere l'ira di dio ma non di avere responsabilità penali. Nessuno vuole andare in galera per finire un campionato di calcio. Però su playoff e playout o sono coinvolte tutti i club e fanno tre partite a testa, ha senso. Se diventa un modo per coinvolgere otto squadre vuol dire far fallire qualcuno. Se devi spendere e poi retrocedi, non riesci a iscriverti in C".

Però oggi c'è l'intenzione di continuare il campionato.
"Credo che il Consiglio Federale sia interlocutorio, che non poteva che chiudersi così. Finché non si saprà cosa decide il Governo è difficile prendere una decisione, la sostanza è che viene rimandata al 28 maggio o ai giorni successivi. Deciderà la curva dei contagi per la A, la B ha delle condizioni per ora uguali e attuali, ma non ho ancora né il protocollo degli allenamenti collettivi - quindi non posso dare un giudizio - né quello delle partite. Se faranno un protocollo inattuabile non si può giocare con responsabilità penale. Non è un passo avanti né indietro, non poteva fare diversamente, ha procrastinato la decisione al 28 maggio. Non bisogna essere soddisfatti né delusi".

Quali sono i problemi principali?
"La Lega deve pensare a come le società possano a
vere i tamponi. Alcuni club sono in grado di farlo semplicemente, altri no. E per garantire il controllo servono, è una questione di applicabilità. Poi ci sono i contratti: la FIFA ha dato delle linee guida che valgono come raccomandazione, ma non hanno nessun valore dal punto di vista giuridico. Questo è un problema che si porrà per ogni società: potranno avere gli stessi giocatori? Tutti accetteranno di rinnovare? I club sono disponibili a lasciarli in prestito? Sono temi da regolare prima della partenza. Facendo una valutazione serena e soggettiva. Il 28 mi aspetto un protocollo".

Non uno scoglio facile.
"Queste sono osservazioni sul metodo di lavoro, per arrivare a giocare serenità. Comunque la volontà del club ha un valore, il Consiglio Federale decide, ma non può imporre e andare oltre la scelta della gente. Se le regole sono fattibili, ok, altrimenti si farà una scelta. Dieci club giocheranno, altri dieci no. Possiamo raccontare, come da tre mesi a questa parte, fiabe e barzellette, ma così si mistifica la realtà. C'è un problema, si può risolvere. Ma da persone serie bisogna dare soluzioni in caso si riparta".