Maurizio Stirpe: "Longo non aveva così tante colpe. Al 20% ci salveremo"

08.04.2019 11:30 di Andrea Pontone Twitter:    vedi letture
Maurizio Stirpe: "Longo non aveva così tante colpe. Al 20% ci salveremo"
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© foto di Federico Gaetano

Intervistato da Radio Anch'io, Maurizio Stirpe ha fatto il punto in casa Frosinone: "Siamo partiti male in questo campionato. Ora dobbiamo giocarcela partita dopo partita. Paradossalmente quest'anno stiamo facendo molto bene in trasferta, meglio delle nostre concorrenti, mentre in casa fatichiamo. I misteri del calcio, di cui dobbiamo prendere atto. La quota salvezza secondo me è anche aumentata. Dobbiamo fare il massimo, al fronte delle occasioni che abbiamo fallito".

Sulle cause di un andamento stagionale altalenante: "Non è tanto il problema del cambio di allenatore. Penso che le colpe di Longo non siano così tante. Abbiamo finito il 16 giugno la B, e il campionato è iniziato a metà agosto. Non abbiamo avuto tempo per inserire i nuovi. Purtroppo in Serie A alcuni passaggi non possono essere semplificati, specie per una neopromossa".

Sulla prossima gara contro l'Inter: "Dobbiamo giocare la nostra partita, con entusiasmo e coraggio, sospinti dal pubblico. Poi saremo soddisfatti di tutto quello che potremo raccogliere. Nel campionato c'è chi guadagna e chi mette i soldi. Finché c'è questa speculazione, sarà difficile mantenere un livello di competitività elevato".

Sul Var: "È uno strumento utile, quest'anno ci è costato almeno 6 punti, con decisioni opinabili. Mi riferisco al gol annullato contro il Milan, il rigore negato contro la Lazio. Il gol concesso alla Roma. Ritengo che sia uno strumento utile, ma non può esserci bisogno del controllore del controllore del Var

Sulle percentuali di salvezza: "Per me abbiamo il 20%. Per cullarne di più dobbiamo essere noi bravi a trovare i risultati che ci servono. Squadre come Napoli e Inter sono molto forti. Dobbiamo sperare che non siano in forma per strappare qualche punto. Noi dobbiamo solo fare il nostro dovere, per farci trovare pronti. Fino a quando le distanze tra chi è primo e chi è ultimo sono quelle che ci sono oggi, assisteremo ad uno spettacolo in cui il forte sarà sempre più forte, e il debole sempre più debole. E in pochi avranno ambizioni per poter competere e poter sognare".