L'EDITORIALE - Adesso tocca a Stellone. Se indovina le scelte si può vincere...

Adesso tocca veramente a mister Roberto Stellone. E non che prima non toccasse a lui. Ma questa volta, con la rosa al completo, senza infortunati e senza squalificati, Roberto Stellone è "obbligato" a fare scelte che potrebbero risultare anche impopolari. Ma questo è il suo ruolo. E' pagato per questo. Così come tutti gli allenatori, ne può mandare in campo undici e dunque alcune scelte non c'è dubbio alcuno saranno oggetto di polemiche a priori prima e durante la partita e magari oggetto di aspre critiche oppure saranno osannate, nel post gara di Frosinone Sampdoria.

Stellone deve innanzitutto farci capire però una volta per tutte in questa stagione se ha o meno un undici tipo in mente. Oppure se vuole continuare a ruotare bene o male quasi tutti gli elementi. Una "tattica" questa che ha pagato sia in LegaPro che in Serie B e che non sappiamo però se alla fine pagherà in Serie A. 

Francamente, e lo affermiamo con il favore temporale dalla nostra parte, ossia prima del match contro la Samp (ci sbilanciamo dunque, senza paura) abbiamo netta l'impressione che più di qualche elemento debba ancora capire se essere considerato titolare in questa squadra oppure un gregario. E che alla fine questo modo di gestire gli "undici" potrà pagare (sempre secondo noi) relativamente poco.

Stellone però conosce più di ogni altro i suoi giocatori ed è bravo particolarmente a tirar fuori da ognuno di loro il massimo. Qualche modifica nella formazione che andrà ad affrontare la Samp, rispetto a quella scesa in campo contro la Lazio, ci sarà (potrebbero essere quattro i cambi). C'è curiosità, molta, nel vedere ad esempio chi si accomoderà in panchina dei tre attaccanti e anche nel vedere quale sarà il compagni di Robert Gucher. Ma fin dove vorrà arrivare il tecnico? Fin dove si spingerà Stellone nel proporre novità di formazione?   Come scritto nel titolo, adesso tocca a lui. L'undici iniziale che scenderà in campo domenica farà la differenza.

Non ci resta che attendere. Pronti a riconoscere a "Cesare quel che è (e sarà?) di Cesare"...