Pasquale Marino e le province: il suo habitat naturale. "Meglio essere un grande attore in un piccolo teatro"

29.06.2016 16:30 di  Tuttofrosinone Redazione  Twitter:    vedi letture
 Pasquale Marino e le province: il suo habitat naturale. "Meglio essere un grande attore in un piccolo teatro"
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© foto di Alberto Fornasari

Meglio essere un grande attore in un piccolo teatro che un piccolo attore in una grande sala“, disse in un’intervista a “La Repubblica” di qualche anno fa. E in effetti il miglior Marino lo abbiamo visto proprio in provincia, lontano dai bagliori delle grandi metropoli calcistiche. Nessun modo di fare da piacione o da primadonna, ma grande culto del lavoro e analsi approfondita degli avversari. E il suo atteggiamento non è mai cambiato nemmeno dopo i trionfi, nemmeno dopo le sconfitte: “Da calciatore ad allenatore il mio comportamento non è cambiato. Io ho fatto tanta gavetta per arrivare in serie A. Ce l’ ho fatta vincendo campionati in D, in C2, dalla B alla A. Ho fatto dalle elementari all’ università sempre cercando l’ equilibrio e un calcio propositivo che piace alla gente. Preferisco un 3-3 a uno 0-0. Probabilmente per gli specialisti uno 0-0 è segno d’ equilibrio, ma allo spettatore un 3-3 piace molto di più. Allo stadio l’ emozione più grande è il gol anche se è chiaro che ti diverti di più quando vinci. Come si vince? Con la forza del collettivo e la voglia di divertirsi. Il bello del calcio, è giocare la palla, non rincorrerla. È noioso e deprimente inseguire gli altri per ’90 minuti”.  Questa filosofia calcistica la porta anche a Foggia, già regno di Zemanlandia negli anni ’90, riuscendo ancora a proporre un gioco spumeggiante e cogliendo anche una promozione in C1. Poi la prima delusione (l’esonero ad Arezzo) prima dell’approdo a Catania dove aveva già giocato come giocatore