Longo al Cds: "Fossi stato Floriano, avrei cercato il gol... Nei play-off ho dovuto modificare la tattica"

22.06.2018 17:30 di  Tuttofrosinone Redazione  Twitter:    vedi letture
Longo al Cds: "Fossi stato Floriano, avrei cercato il gol... Nei play-off ho dovuto modificare la tattica"
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© foto di Federico Gaetano

Nei giorni scorsi, subito dopo la storica promozione in Serie A, Moreno Longo ha rilasciato una lunga intervista Corriere dello Sport; ve ne proponiamo un estratto:

Moreno Longo, prima dell’ultima giornata di campionato aveva quarantadue anni. Quanti ne ha adesso?

«Credo intorno a sessanta».

S’invecchia presto ad allenare quando capita una stagione come questa.

«E’ difficile da descrivere quello che abbiamo sofferto. Noi del Frosinone ci sentivamo sulle spalle la responsabilità di un popolo. Sembra retorica, ma chi non l’ha provato non può giudicare. Dall’altra parte, abbiamo avvertito l’unità di tutto l’ambiente. E anche questo può suonare melenso. Eppure è stato proprio così che siamo risaliti dal fondo del pozzo. L’unità è stata il fattore decisivo».

Fosse stato un giocatore del Foggia, avrebbe cercato quel gol che vi ha tenuti appesi a un filo?

«Penso proprio di sì. Floriano aveva il compito di segnare, anche se in fin dei conti alla sua squadra non serviva. Ha segnato. Se vogliamo uscire dalle logiche che hanno governato per tanti anni il calcio italiano dobbiamo tutti comportarci così».

Ha dovuto spiegarlo ai suoi giocatori?

«Non ce n’è stato bisogno. E francamente in quel momento pensavamo a quanto eravamo stati stupidi». 

Promossi a un minuto dalla fine del campionato e d’improvviso ecco davanti i playoff da scalare. Come ha fatto a tenere in piedi i giocatori?

«Non è stato semplice, lo ammetto. Prima di tutto dev’essere l’allenatore a risvegliarsi dalla trance. Andare a cercare dentro di sé la forza, la lucidità, l’energia. Se non le ritrovi davvero, non riesci a trasmetterle ai giocatori. Si accorgono che menti, non ti danno più retta».

Dunque prima di cominciare i playoff è riuscito a ricostruire la fiducia dei suoi. E tanto è bastato.

«No. Ho dovuto ripensare la squadra sotto l’aspetto tattico. Perché non c’era solo il montante al fegato della promozione toccata e scivolata via. Cosa peraltro accaduta anche l’anno prima, e i ragazzi, ahimé, se ne ricordavano. C’erano anche le assenze: Daniel Ciofani, Ariaudo, Brighenti, Maiello. Gli ultimi due recuperati solo per l’ultima partita con il Palermo, e infatti si è visto quale contributo di qualità abbiano portato. La soluzione era una soltanto, per entrambi i problemi: compattezza».

Si dice che i calciatori siano libri bianchi da scrivere.

«Lo sono. Perché stanno attenti e assorbono. Ma sono anche persone intelligenti con un bel carico di esperienze e conoscenze. Quando parli con loro hai zero margine di errore. Ti ascoltano e ti valutano. In due minuti ti hanno pesato e se li perdi non li recuperi più».