L'EDITORIALE - Frosinone, si perde per colpa, non per dolo. Tenere i nervi saldi! Il futuro è stato già deciso (e sarà un buon futuro)

17.01.2016 16:30 di  Andrea Mastrantoni  Twitter:    vedi letture
L'EDITORIALE - Frosinone, si perde per colpa, non per dolo. Tenere i nervi saldi! Il futuro è stato già deciso (e sarà un buon futuro)
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© foto di Federico Gaetano

Mi dispiace ma è letteralmente impossibile assegnare le colpe in questa situazione. E questo perché tutti hanno delle colpe, come normale che sia. Bisogna capire però una cosa, altrimenti il gioco al massacro è troppo facile: si sta consumando un lento "omicidio colposo" del Frosinone calcio. Che è cosa ben diversa da un omicidio volontario. Tifosi, capitelo.

Non ci sono infatti colpevoli volontari in questa situazione. Un anno che si sapeva sarebbe stato difficile, quasi impossibile dal lato sportivo. Anche la stessa tifoseria è divisa nel trovare il colpevole, il capro espiatorio: c'è chi incolpa la società, chi incolpa direttamente il presidente Stirpe reo di non voler spendere, chi l'allenatore e chi i giocatori ritenuti incapaci.

La verità è un'altra: il Frosinone è un esperimento sportivo, voluto da tutti, partecipato da tutti (tifosi compresi) e come in tutti gli esperimenti è accettabile il fallimento (dell'esperimento sportivo in questo caso e non di altro).

Un esperimento fatto di giocatori di Legapro paracadutati in Serie A, un esperimento fatto da un allenatore nato in LegaPro e altrettanto paracadutato in Serie A. Un esperimento fatto da una società che è nata, nei suoi massimi organismi, in Lega Pro ed è alla prova maestra della massima serie. Un esperimento per gli stessi tifosi, mai abituati ad un palcoscenico così alto.

Solo chi non conosce come opera e come ragiona la società canarina può cadere in tentazioni di argomentare differentemente questa crisi di risultati. Non ci sarà per adesso, come giusto che sia, nessun cambio di allenatore. Non ci sarà, come giusto che sia, nessuna svenatura in sede di calciomercato (alzi la mano chi pensa che con uno o due acquisti si potrebbero risolvere i problemi! Ce ne vorrebbero sette/otto). L'importante ora è tenere solamente i nervi saldi, saldissimi. A cominciare dalla società. A cominciare dal presidente Stirpe e dal direttore Salvini che reggono dal punto di vista dirigenziale questa società. Sono loro, più che altri, a dovere ragionare.

Oggi è in ballo qualcosa di molto più importante dei semplici risultati sportivi. E' in ballo il futuro stesso di questa società. E soltanto i miopi non lo vedono. Il miracolo ChievoVerona (altrimenti non si chiamerebbe miracolo...) è forse destinato a restare tale in Serie A, ma esclusivamente per la continuità dei risultati ottenuti. Per tutto il resto il miracolo Frosinone è a tutti gli effetti qualcosa di sovrannaturale già così come è (poter giocare in Serie A in uno stadio da 10.000 posti non è miracoloso?).

Le vere battaglie (quelle si decisive per il futuro) il Frosinone le sta combattendo in altri posti e con tutte le forze possibili: a cominciare dalla battaglia in Lega (che a moltissimi, nonostante noi l'avessimo scritta venerdì, è passata inosservata). Le vere battaglie il Frosinone le sta portando avanti per la questione stadio (anche li si guarda il dito puntato verso la luna ma non la luna..e non si vuol capire cosa realmente sta succedendo e quali sono gli ostacoli enormi, ma promettiamo che ci torneremo già in settimana). Le vere battaglie le si stanno combattendo in tanti altri ambiti!

Tralasciando l'aspetto tecnico (dove sono stati commessi numerosi errori in estate e anche nella gestione dello spogliatoio) questa società non ha altre colpe. Ma questo non vuol dire che la battaglia sportiva, per tentare di restare in Serie A, non si stia combattendo con tutte le forze! Vuol dire solamente che tutti, tranne gli ipocriti, erano a conoscenza già da giugno che potesse essere una battaglia quasi impossibile sui campi da calcio della Serie A.

D'altronde se si chiama miracolo Chievo un motivo ci deve essere! Altrimenti non si sarebbe chiamato MIRACOLO.