Il preparatore dei portieri Vincenzo Benvenuto: "Mi piace investire sulle mie capacità"

07.09.2019 16:30 di  Tuttofrosinone Redazione  Twitter:    vedi letture
Fonte: Frosinone calcio
Il preparatore dei portieri Vincenzo Benvenuto: "Mi piace investire sulle mie capacità"

“Nati per volare”. È nel destino dei portieri. Gli ultimi (o i primi, a seconda della prospettiva…) su un prato verde. Soli tra i loro pensieri, chiusi in quel doppio rettangolo di gioco a volte affollato come una via del centro nell’ora di punta, a volte deserto. Pensieri che mai e poi mai potranno diventare paure perché allora ci sarebbe da cambiare subito ruolo. Il ruolo di preparatore di portieri nel Frosinone è affidato a Vincenzo Benvenuto. ‘Vinc’ per Nesta e i colleghi dello staff. Al neo preparatore giallazzurro il compito di allenare non solo il fisico ma anche le menti dei tre portieri canarini.

Benvenuto è nato a Castrovillari, provincia di Cosenza, il 26 settembre del 1981. Quindi tra una manciata di giorni compirà 39 anni. «Ho giocato al calcio – racconta – ma ho preferito fermare la carriera da giovane e sbirciare immediatamente a quello che mi avrebbe potuto offrire il futuro». Benvenuto ha così messo al sicuro una Laurea in Scienze Motorie conseguita all’Università di Bologna. Quella ‘Dotta’ che tornerà a lungo nella sua vita professionale. La famiglia ha un ruolo importante, per un professionista del calcio dà il giusto equilibrio all’altalenanza di umori che inevitabilmente ci sono: «Mi sono sposato a giugno con Elisabetta» dice mentre gli occhi gli brillano e la chiacchierata era ancora informale.

Vincenzo Benvenuto ha militato da calciatore con la formazione di casa, il Castrovillari. Club che lo ha visto presente dal settore giovanile al campionato di serie C2 tra il 1995 e il 1999. Quindi una parentesi di pochi mesi tra i Dilettanti (“sono le fortuna del calcio” dice) e la decisione, a proposito di cita da portieri, di compiere il primo grande balzo della vita lontano dal rettangolo di gioco: da Castrovillari a Bologna. Inizialmente per studio, all’età di 18 anni.

«In quella splendida città, che è diventata poi la mia città adottiva – prosegue nel suo racconto Benvenuto – ho trascorso ben 9 anni della mia vita professionale. Partendo dai portieri dell’Academy a partire dalla stagione 2006 per arrivare alla Primavera. Mi ma mancava la stellina – scherza -, la decima stagione ma abbiamo deciso di cambiare». Sembra tutto condensabile in tre righe, ma il preparatore dei portieri giallazzurro spiega l’evoluzione del suo rapporto col club felsineo. Fino al giorno X in cui decise di compiere un altro balzo. Perché, se è vero portieri si nasce, i balzi non debbono mai far paura. «Nel Bologna ho fatto tutta la scalata delle giovanili fino agli ultimi mei tre anni in rossoblu agli Allievi Nazionali ed in Primavera. Ma debbo dire che la crescita professionale c’è stata anche grazie all’ottimo rapporto che si era creato con i colleghi della prima squadra. Parlo di Petrelli, che fu il primo ad aprirmi la possibilità di confrontarmi con quel tipo di lavoro, poi Paleari e quindi Vinti, preparatore dell’epoca di Pioli, col quale stabilimmo un rapporto molto stretto al pari di quello di Lopez, successivamente. Ricordo con estremo piacere che, al ritorno dall’esperienza che ebbi a Miami, per circa sei mesi ho assitito agli allenamenti del preparatore dei portieri della prima squadra del Bologna, Luca Bucci, col quale ci siamo anche a lungo confrontati ed abbiamo mantenuto un grande rapporto professionale e di amicizia».

Nell’epoca al Bologna, Benvenuto si spostò diverse volte in Emilia Romagna per diversi stage. E col settore giovanile del Bologna nel 2014 organizzò una Scuola di Formazione per giovani portieri. Al suo fianco un monumento del calcio italiano come Gianluca Pagliuca (quasi 600 partite in A e 39 con la nazionale) e Oriano Boschin, ex portiere dei felsinei.

Nella stagione 2014-015, quella del Bologna sconfitto a Frosinone e costretto ai playoff poi vinti. Benvenuto prese parte al ritiro precampionato con la prima squadra, allora allenata da Diego Lopez. «Anche quello fu un passaggio importante e gratificante della mia carriera» dice con un pizzico di naturale orgoglio.

Di quegli anni al Bologna ricorda due speranze per il ruolo: «Il ’97 Sarr che ora fa il terzo nel Bologna e l’altro ’97 Albertazzi che gioca in Lega Pro nel Vicenza. Hanno tutte le doti per emergere. Li ho seguiti da quando avevano 8 anni. Poi ce ne sono altri in Lega Pro…».

Ed ecco l’ennesimo bivio della carriera di Benvenuto. Amante del rischio, come tutti i portieri: «Il mio obiettivo era di arrivare ad allenare i portieri in prima squadra. A Bologna ci sarei arrivato per una sorta di ‘avanzamento’ naturale della carriera, visto che ero là da 9 anni. E allora chiesi a Marco Di Vaio (ex attaccante della Lazio e poi anche del Bologna, ndr) di poter fare una esperienza in Canada, all’Impact di Montreal (dove Di Vaio aveva giocato insieme all’amico Nesta, ndr), uno stage di 5 settimane che mi servì anche a perfezionare l’inglese». E a proposito di Canada, il Paese nordamericano ricorre spesso nelle esperienze dello staff giallazzurro: oltre a Nesta e Benvenuto, anche il collaboratore tecnico Girini è stato da quelle parti per un Camp. Corsi e ricorsi. Senza considerare che anche il Frosinone da quelle parti c’è stato per un ritiro-tournee.

Ma torniamo alla storia di Vincenzo Benvenuto: «Avevo chiuso quindi il mio rapporto col Bologna. I miei amici mi dissero: sei matto da legare, in tanti anni hai fatto una splendida scalata, arrivi come responsabile di tutta l’Area portieri e lasci? Ma preferii investire sulle mie conoscenze e capacità, avevo il pallino dell’estero. Tornato quindi dal Canada mi telefonò Di Vaio e, vista la mia voglia di uscire dagli schemi, mi disse: ho sentito Nesta, mi ha chiesto se conosco un preparatore dei portieri per lo staff del Miami ed ho fatto il tuo nome. E aggiunse: chiamalo e veditela tu».

Dall’Italia al Canada per finire in Florida, a Miami. A proposito di balzi, stavolta in aereo. Ma niente notti sfarzose, luci scintillanti. Si lavora. «Quel campionato al quale partecipammo a volte sembrava una serie B medio-alta, a volte una serie C. Un calcio diverso, senza dubbio. La mia giornata era molto equilibrata, come nel mio stile: allenamento alle 8.30 perché le temperature non ci permettevano di andare oltre nei periodi caldi, la sveglia era alle 6 viste anche le distanze da coprire in macchina. Dopo l’allenamento si proseguiva a lavorare di staff nel centro Sportivo. Quindi verso le 16-17 ognuno a casa propria a riposare. Abbiamo fatto due anni a Miami, rientrati in Italia mister Nesta è stato chiamato alla fine della stagione 2017-‘18 al Perugia». Quindi insieme la scorsa stagione in Umbria e il rapporto che prosegue nell’esperienza al Frosinone.

Dove Benvenuto ha portato l’entusiasmo di un ragazzino, quasi 15 anni di esperienza e la grinta di uno che vuole sempre scoprire cose nuove.

E per chiudere, la classica domanda: rimpianti per la tua vita da calciatore? «Assolutamente no, ho smesso a 19 anni. Capii che non faceva per me come ambiente, anche se ero a casa praticamente. Io sono stato sempre uno che le cose le fa bene o non le fa… E così è stato per tutto quello che ho fatto finora».