Il mega-pagellone dei Mondiali di Russia 2018

16.07.2018 19:30 di Andrea Pontone Twitter:    vedi letture
Il mega-pagellone dei Mondiali di Russia 2018
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© foto di Imago/Image Sport

URUGUAY 8: hat-trick di punteggio nella fase a gironi, vittoria agli ottavi contro i campioni d'Europa in carica e uscita a testa alta al cospetto dei futuri vincitori. Tanta grinta, tanto orgoglio e tanta (tantissima) garra charrúa. Se solo Cavani fosse stato disponibile nel match contro la Francia, chissà come sarebbe potuta andare.

L'uomo-copertina | Fernando Muslera 5: condisce un Mondiale mediocre con un errore da matita blu che sancisce di fatto l'eliminazione dei suoi. Griezmann tira centrale, lui si coordina male e strozza il pallone che d'un lampo gli sfugge e va in porta. Il portiere degli uruguagi esce a testa china e con più di qualche colpa dal manto erboso di Novgorod.

RUSSIA 9: primo comandamento, mai deludere il proprio pubblico. Se pensiamo a Italia '90 o al Mineirazo, in confronto gli uomini di Cherchesov sono degli eroi: sei punti, Spagna rispedita a casa, sconfitti soltanto ai rigori nel quarto di finale contro la Croazia. La Bild accusa l'Armata Rossa di doping, ma a noi piace pensare che sia una favola. Sarebbe troppo brutto se la cavalcata di una squadra così eroica venisse macchiata come il sangue dei suoi giocatori.

L'uomo-copertina | Denis Cheryshev 7,5: esce dal Mondiale con tre gol, uno più bello dell'altro, preziosi come il pane per il percorso dei suoi. Apre le danze della manifestazione con un esterno che disegna una parabola perfetta, si ripete e pareggia i conti con la Croazia nello spareggio decisivo. È stato per lui il torneo della consacrazione.

ARABIA SAUDITA 4,5: premessa, questi sono quelli che due mesi fa in amichevole hanno fatto risorgere (a detta dei media, eh) l'Italia e Balotelli. Ma la verità è questa, che l'Italia è sempre la stessa, Balotelli è sempre lo stesso e l'Arabia Saudita pure. Una squadra tecnicamente paragonabile alla Pro Vercelli (neo retrocessa in Serie C, ndr) ha portato a casa i suoi unici tre punti contro una nazionale ben più disorganizzata di lei (e ce ne vuole). Quella di cui vi parliamo di seguito.

EGITTO 3,5: nessun punto, nessuna organizzazione, nessuna concentrazione. Lo sport è una cosa seria, il Mondiale è una competizione che chiunque vorrebbe giocare e non ci si può presentare in questo modo. Il declino del calcio africano nel terzo millennio ha ormai varcato il limite della decenza. Ridateci il Ghana o la Costa d'Avorio.

L'uomo-copertina | Mohammed Salah 6+: nel suo Paese più di qualcuno avrà maledetto Sergio Ramos per quella scellerata entrata che gli ha fatto svanire il sogno Champions e compromesso il cammino Mondiale. Ma l'attaccante non si è mosso di un centimetro e con una spalla mezza gonfia ha saputo fare comunque la differenza. Due gol (di cui uno bellissimo), zero sostegno. Un fuoriclasse che l'Egitto non si merita.

SPAGNA 5: esonerare Lopetegui non è stato né giusto né sbagliato, semplicemente dannoso. A 48 ore dal Mondiale è una scelta masochista: si sarà rotto qualcosa nello spogliatoio, senz'altro, ma il risultato è uno solo. Le Furie Rosse fuori agli ottavi, con la strada spianata verso la finale. Insomma, esperienza catastrofica. 

PORTOGALLO 5,5: da chi soltanto due anni fa è salito sul tetto di Europa era lecito aspettarsi qualcosina in più. Gli iberici non hanno fatto altro che confermare tutto ciò che è emerso dalle ultime due stagioni: la generazione d'oro dei vari Joao Mario, Renato Sanches e André Silva rischia di essere inglobata nello spettro dell'illusione, mentre c'è chi ancora riesce a mandare avanti la baracca senza arrancare. Figura che corrisponde ad un uomo solo: quattro presenze, quattro gol. Mattatore.

L'uomo-copertina | Cristiano Ronaldo 6,5: è senza di lui che i suoi compagni riuscirono ad abbattere lo strapotere francese allo Stade de France di Saint-Denis nel 2016. Ma due anni dopo la musica è diversa: CR7 si è preso carico da solo di una squadra di scapestrati, ingenui e sopravvalutati, guidando a suon di gol la truppa di Fernando Santos. Unico neo: contro l'Uruguay avrebbe potuto incidere di più. E lì è finita la sua avventura in Russia. Certo, che smacco atterrare a Torino mentre la finale era in corso...

IRAN 8,5: noi continuiamo a chiamarli persiani, loro stupiscono il mondo intero con il sensazionale spirito da combattenti che riversano in campo. All'esordio vittoria per 1-0 col Marocco in zona Cesarini per autogol. E vabbè, lì un po' di fortuna c'è stata. Ma grazie a quei tre punti è cominciato il vero Mondiale dell'Iran: con la Spagna una prestazione da eroi, che soltanto un Roma-Barcellona negli ultimi cinque anni può superare in termini di attaccamento alla maglia. Ma nonostante ciò è arrivata la sconfitta: merito del VAR. All'ultima chiamata la squadra di Carlos Queiroz ha risposto comunque presente, segnando e parando un rigore a Cristiano Ronaldo. Ma non è bastato. Questa sì che potevamo raccontarla ai nipoti, altro che Costa Rica.

L'uomo-copertina | Mehdi Taremi 5,5: anche lui ci ha messo cuore, grinta, orgoglio, senso di appartenenza, fiato e polmoni. All'ultimo istante della cavalcata russa degli iraniani, però, gli è capitata sui piedi l'occasione della vita: da solo davanti a Rui Patricio, ha spedito il pallone sull'esterno della rete. Sfiorando un gol che avrebbe fatto passare i suoi agli ottavi da primi del girone e fatto vedere le streghe a Ronaldo, reduce da un errore dal dischetto.

MAROCCO 3: da quell'Italia-Marocco di Tre uomini e una gamba i Leoni dell'Atlante i gol li subiscono ormai soltanto così. Cross che spiove in area, inzuccata sotto porta e palla in rete. Un autogol contro l'Iran, un assolo di CR7 alla seconda uscita di scena. Con Benatia che inveisce: "Ronaldo non è un fenomeno, è un giocatore normale". Appuntamento a Villar Perosa.

FRANCIA 8,5: grande classe, grande talento e grandi promesse. Ma anche una buona dose di fattore C. C come champions du monde, C come il grido di Piccinini che urla al cielo di Mosca: "che meraviglia Griezmann!". Le petit diable non ha deluso, Deschamps forse sì: la sua Francia non ha portato alcuna novità tattica, non avrà rivoluzionato il calcio come il tiki-taka di Del Bosque o il totalitarismo di Cruyff ma intanto è salita sul podio di Mosca. "Alzala alta, Lloris", e l'immagine in quell'istante va su Putin. Cose che... capitàno.

L'uomo-copertina | Kylian Mbappé 9: hai presente quando porti su una cassetta d'acqua e per il resto della settimana nessuno deve romperti le scatole perché il tuo contributo alla società l'hai già dato? Ecco, Mbappé ha meno di vent'anni ed è campione del mondo, cosa che da protagonista era riuscita nella storia soltanto a Pelé e Beppe Bergomi. Con un gol in finale, la giocata del secolo col Belgio e una doppietta nell'ottavo davanti a Lionel Messi. Altro che senso di responsabilità. Enfant prodige.

DANIMARCA 7,5: i Vichinghi non avranno scritto la storia ma almeno ci hanno provato, e dici poco. Esattamente come nel 2010 escono agli ottavi, ma stavolta ai rigori e in maniera lodevole: sfruttano la propria altezza per creare grattacapi a chiunque. Ogni cross è una storia a sé, ogni rimessa laterale in zona d'attacco si trasforma in un'occasione da gol. Ciascuno ha le proprie armi, tanto vale sfruttarle.

L'uomo-copertina | Christian Eriksen 6: non è Pirlo, come molti vogliono farlo sembrare, e Pirlo un Mondiale da solo non l'avrebbe vinto. Basta questo per delineare il quadro legato al faro indiscusso della manovra danese: fa quel che può, quel che non fa non può.

PERÙ 5,5: i sudamericani escono con onore, risultando forse come la squadra più sfortunata di questo Mondiale. Record di legni colpiti e di occasioni da gol sfumate. Se solo aggiustassero la fase difensiva e si togliessero il vizio di voler entrare in porta col pallone...

L'uomo-copertina | Paolo Guerrero 6,5: perdere l'occasione unica del Mondiale per una canna sarebbe stato demenziale, per sua fortuna la FIFA l'ha lasciato andare ed è lì che il centravanti è anche riuscito ad andare a segno. Al termine di un processo giudiziario faticoso e doloroso, era il compenso minimo. Il suo torneo, da capitano, l'ha vinto.

AUSTRALIA 5: non ci sono più i canguri di una volta, quelli che un altro po' eliminavano l'Italia dal Mondiale del 2006. Non c'è più Mark Bresciano con le sue esultanze, non c'è più Tim Cahill con i suoi tiri al volo. Eppure l'impostazione di gara è sempre quella: fai densità, versi sangue in campo e qualcosa succede. Ma un conto è il rugby, un'altra il calcio. Rimandati a giudizio.

CROAZIA 9,5: una grande impresa, una grande festa. Quattro milioni di abitanti, ventitré eroi. Anzi 22, visto che chi ha voluto fare il fenomeno è stato puntualmente rispedito a casa. La parola d'ordine è l'umiltà e di questa si sono fatti difensori i ragazzi di Dalic. Che hanno vinto un girone mica facile e - nonostante le difficoltà attraversate tra quarti e ottavi - hanno saputo conquistarsi il Luzhniki di Mosca. Dove è andata com'è andata, ma onore a tutti.

L'uomo-copertina | Ivan Perisic 9: da buon croato si riserva una buona dose di discontinuità anche al Mondiale. Prima presenza con la Nigeria da anonimo, poi si accende contro l'Argentina e segna il suo primo gol alla terza uscita al cospetto dell'Islanda. Ma da quando si entra nel vivo lui si scatena: trova la forza di ribaltare una semifinale praticamente già persa con gol e assist fantascientifici. S'inventa la rete più bella della finale ed è l'ultimo a mollare anche nella ripresa, con continui cross ed inserimenti. È stato lui, a lungo termine, il vero trascinatore di questa squadra.

ARGENTINA 4: un Mondiale iniziato male e finito peggio. La non convocazione di Icardi già qualche naso storto l'aveva creato. Poi si è passati dalle parole ai fatti e le ipotesi son diventate concretezza: allenatore incapace di gestire il gruppo (Lo Celso, Paredes, Biglia, Dybala, Higuaín e Aguero in panchina) e quel numero 10 lì che non riesce a non sentire il peso di quell'altro numero 10 lì. Il passaggio del primo turno è stato miracoloso, ma poi è arrivata la Francia che ha cantato un sonoro 4-3. La partita del secolo? No, l'umiliazione della storia.

L'uomo-copertina | Lionel Messi 5: il rigore sbagliato all'esordio (con tanto di punizioni sparate alle stelle e via dicendo) ha fatto sì che si presentasse molto male. Con la Croazia è andata ancora peggio: lui, semplicemente, dov'è? Si intravede nella terza partita contro la Nigeria, quando segna un gran bel gol e porta agli ottavi i suoi. Ma ecco che lì, come ogni volta, si spegne. Al 95% era la sua ultima chance mondiale, se l'è giocata malissimo.

ISLANDA 5: il paradosso sta nel fatto che da loro ci si aspettava molto di più, proprio perché si sapeva che più di tanto non potessero fare. D'altronde è sempre stata questa la filosofia dell'Islanda negli ultimi anni: quella di andare oltre i propri limiti. I nordeuropei tornano a casa da ultimi del girone, con un punto ma anche con un rigore parato a Messi. Diciamo che dopo quel miracoloso 1-1 con l'Argentina qualcosa si è rotto. Peccato, sarebbe stata una bella storia.

BRASILE 5,5: in patria lo chiamano cães sem um mestre (letteralmente "cani senza padrone") quel difetto che la nazionale verdeoro si porta dietro fin dai tempi di Getúlio Vargas. La vera delusione, d'altro canto, per i principali candidati al titolo porta il nome di Neymar, una presunta star del calcio mondiale che da assoluto protagonista, però, non ha ancora vinto nulla. Ciccio Graziani lo disse: "Tite, stamme a sentì, lascialo in panchina quello che con lui giochi in dieci!". Detto, fatto: eliminazione subita in una sfida, quella col Belgio, in cui il fantasista carioca ha stra-perso il duello a distanza con Hazard. Guai a non contemplare il Vate.

L'uomo-copertina | Gabriel Jesus 4,5: per la prima volta nella storia o quasi il centravanti dei verdeoro resta all'asciutto. Giovane è giovane, a migliorare può migliorare, ma magari un po' di killer instict in più non guasterebbe. Tra lui e Mbappé, trova le differenze.

SVIZZERA 6: un voto che bilancia la fulminante rimonta nella fase a gironi con l'eliminazione patita per mano dell'abbordabile Svezia. Ci sono piaciute la voglia e l'orgoglio che i giocatori hanno messo in campo, meno (e crediamo anche agli svizzeri) le esultanze pro-Kosovo nella sfida contro la Serbia dei naturalizzati Xhaka e Shaqiri. Dalla serie: se vuoi andare ai Mondiali per lanciare messaggi pro-Kosovo, vacci con la maglia del Kosovo. Ma questa è un'altra storia.

SERBIA 5: un suicidio. La premessa con il Costa Rica era buona, ma se stecchi in due partite su tre meriti di andare a casa. Il rammarico, più che sotto l'aspetto del punteggio, sta nella gestione del contesto: nella storia del Paese erano capitati per sbaglio uno Stankovic e un Vidic. Quando ti ricapita una generazione come questa? Occasione buttata.

L'uomo-copertina | Sergej Milinkovic-Savic 5: dopo la stagione da cui era reduce ci si aspettava la definitiva consacrazione. Ma è stato quel ch'è stato, tra leziosismi, voglia di fare il fenomeno anche quando non richiesto e mancanza di concretezza. Non è ancora in grado di vincere le partite da solo, ma visto quello che promette prima o poi lo sarà. Che torni sul prato dell'Olimpico con un briciolo di umiltà in più, solo questo.

COSTA RICA 4,5: una squadra minimamente paragonabile a quella che in Brasile scrisse la storia uscendo ai rigori nei quarti di finale. Proprio contro i verdeoro l'unica prestazione accettabile, con un super Keylor Navas e nulla di più. Il 5-4-1 ha anche stufato, specialmente se gli interpreti sono invecchiati di quattro anni.

SVEZIA 8: giuro che a questi gli tifo contro. Però aspetta, sono nello stesso girone della Germania. Un pensierino magari... Dai che pareggiano e poi biscottano all'ultima col Messico. E no, dai, Toni Kroos, questi ci sono andati al posto nostro e vanno a fare 'ste figure. Ma oggi c'è Messico-Svezia? Vabbè non me la vedo. Aspetta, è il 95'? La Germania grazie a loro è fuori dal Mondiale??? Ma vieeeeniiiii... Vabbè, l'avete buttata fuori, ora andate a casa. Sono andati ai quarti? Accipicchia. Sono usciti con onore contro l'Inghilterra? Uhhh... Complimenti è l'unica parola appropriata (un pochino abbiamo ricucito, ma poco poco).

MESSICO 6,5: hanno portato in alto il NOSTRO tricolore battendo la Germania all'esordio. Basta questo. Poi vabbè, Lozano tutti com'è andata: secondi nel girone, finiti in pasto al Brasile e arrivederci e grazie. Esiste un mondo in cui il Messico non esce agli ottavi? Chissà. Comunque bravi.

COREA DEL SUD 6: un voto che bilancia lo psicodramma delle due sconfitte nelle prime due gare e l'assoluta impresa contro la Germania. Novanta minuti di sofferenza, un recupero da estasi: i campioni del mondo sono fuori, da ultimi del girone, grazie a loro. Che dire, bravi.

L'uomo-copertina | Son Heung-Min 6,5: è il più promettente della sua generazione, ha già un posto fisso nello scacchiere del Tottenham di Pochettino e sembra destinato ad avere un discreto successo in ambito europeo. Avrebbe dovuto però lasciare il calcio per due anni per la leva obbligatoria nel suo paese. E invece no: con il gol alla Germania ha ottenuto il premio per meriti sportivi e potrà continuare a rincorrere il suo sogno. Storia magica.

GERMANIA 3: che catastrofe. Una Nazionale che è sempre arrivata in semifinale, d'antonomasia, si è ritrovata ultima nel proprio girone. Contro Svezia, Messico e Corea del Sud. Ma occhio a generalizzare: la colpa non è solo di Löw, ma di tutti. Dai vecchi ai nuovi. Chi l'ha visto Werner? E Brandt? Certo, Sané lasciato a casa grida vendetta. Ma è stato sbagliato tutto: la gestione dell'ambiente, dello spogliatoio e della squadra a livello tattico. Una sonora ma meritata lezione per una squadra che ha bisogno di rinnovarsi (ed ha tutte le risorse per farlo).

L'uomo-copertina | Thomas Müller 4: è finito da due anni e ormai questo è sotto gli occhi di tutti. È calato sotto ogni aspetto: chilometri percorsi, passaggi riusciti, precisione nei cross e nei tiri verso lo specchio. L'emblema di una generazione sazia che ha bisogno di essere messa da parte.

BELGIO 8,5: era la generazione dei talenti incompiuti ed ha saputo prendersi la sua rivincita. Una medaglia di bronzo che vale tanto, tantissimo, per una nazione che si è esposta ad una visibilità straordinaria. L'azione con l'Inghilterra che ha portato al tiro al volo di Meunier respinto da Pickford è da Oscar per la sceneggiatura. In tutto ciò Courtois è stato anche premiato come miglior portiere della manifestazione. Il Belgio ha ricevuto il giusto premio per un lavoro perfetto, partito dalla valorizzazione delle scuole calcio e culminato nell'avventura russa.

L'uomo-copertina | Eden Hazard 9: è stato per lui il Mondiale della consacrazione. Indiscussamente. Capace di far reparto da solo, si è preso carico della propria squadra ed ha deciso tutte le sfide più complicate. Anche contro la Francia ha creato più di qualche grattacapo a Varane & Co. Come unico difetto ha il troppo egoismo, ma un pochino può anche permetterselo.

INGHILTERRA 7,5: la mossa è stata strategica, il tabellone ha aiutato. Sei punti nelle prime due gare contro Panama e Tunisia, sconfitta /// fortuita /// contro il Belgio nella terza partita del girone in modo da passare come secondi ed ecco che gli uomini di Southgate sono piombati nella parte giusta del tabellone. Agli ottavi vittoria ai rigori con la Colombia, poi la Svezia messa ko. Ed a questo punto il quarto posto sta stretto: appuntamento al 2020, quando la finale sarà a Wembley.

L'uomo-copertina | Harry Kane 5,5: i gol vanno contati ma anche pesati. Esce come capocannoniere del Mondiale con 6 reti messe a segno, di cui due contro la Tunisia e tre col Panama. In semifinale si è divorato un gol clamoroso che avrebbe potuto sancire il doppio vantaggio sulla Croazia. Generoso, altruista e baluardo in mezzo al campo, ma nelle partite che contano sembra quasi sparire sotto porta.

TUNISIA 4: sa fare poco e per questo la sua bellezza sta nel fatto che dia peso alle piccole cose. Ti viene quasi da chiederti come abbiano fatto ad esser lì (intanto col Panama hanno vinto e sono entrati nella storia, per carità). Hanno regalato alcune perle: Stones e Sassi nella stessa partita (parole che in due lingue vogliono dire la stessa cosa) e via dicendo. Ma la pacchia è durata due settimane.

PANAMA 3: i nordamericani escono a testa bassa, nonostante le due storiche reti messe a segno, evidenziando una carenza tecnico-tattica imbarazzante. Zero punti, undici gol subiti. La strategia "non puoi segnarmi se ti faccio fallo" a volte funziona, peccato sia stata applicata anche in area (Inghilterra docet). Se gli USA son rimasti a casa per far spazio a questi qua, Pulisic e compagni stan messi proprio male.

COLOMBIA 6+: l'esordio è shock, ma in dieci per quasi un'ora non sarebbe stato facile per nessuno. Poi ecco lo scatto d'orgoglio, con quelle due vittorie che hanno riacceso la speranza. Agli ottavi fin troppo è costato (a livello fisico e mentale) portare l'Inghilterra ai rigori. Ma per i britannici prima o poi quella maledizione doveva spezzarsi.

L'uomo-copertina | Yerry Mina 8,5: da difensore centrale scartato da chiunque (il Barcellona prima del Mondiale voleva scaricarlo in prestito, ora chissà) si è trasformato in baluardo da retroguardia per i sudamericani e si è riscoperto goleador. Tre reti messe a segno, tutte quante a tenere a galla i suoi. Meglio di così...

GIAPPONE 5,5: dire harakiri è troppo scontato. Di certo sono passate due brutte immagini del loro percorso in Russia: la prima, quella di una rimonta clamorosa subita negli ultimi minuti contro il Belgio (da 0-2 a 3-2); la seconda, quella di una noiosissima melina nell'ultimo match contro la Polonia studiata ad hoc per passare il turno. Non il miglior esempio.

SENEGAL 5,5: il talento c'era, la grinta pure. Cos'è mancato? Forse la fortuna. Nell'ultimo match contro la Colombia le palle-gol sono state molteplici, ma è venuto meno il cinismo sotto porta. La truppa africana ha forse peccato d'inesperienza, chissà, ma intanto per un pelo non è arrivata a scrivere la storia.

L'uomo-copertina | Sadio Mané 6+: era reduce da una finale di Champions League nella quale è andato a segno dimostrando di essere l'ultimo a voler abbandonare la nave ed ha confermato questo spirito anche in Russia. Suo il gol contro il Giappone che ha tenuto accese le speranze: non è bastato, ma può aggiungere al suo curriculum.

POLONIA 3,5: in una parola, imbarazzanti. La Nazionale di Brzęczek era attesa come una delle possibili sorprese del torneo, e invece è incappata in un vero e proprio incubo. Già fuori dopo due giornate, si è resa complice di un inutile e vomitevole biscotto concordato a gara in corso col Giappone. Disorganizzazione totale, rispetto per i tifosi zero.

L'uomo-copertina | Robert Lewandowski 4,5: macchia il suo curriculum con tre prestazioni l'una peggio dell'altra, che lo denotano come una delle cocenti delusioni di questo Mondiale. Un ectoplasma che vaga per la Russia: nessuna leadership, i compagni non lo servono e lui fa tutt'altro che provare a farsi vedere. Non è un trascinatore.