, la squadra gioca tra alti e bassi evidenti. Serve continuità nei novanta minuti

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Ciò che più è mancato al Frosinone è stata quella “continuità” che si pensava aver ritrovato nelle ultime due partite. L’evidenza la porta il campo nella partita contro il Vicenza : la squadra di Marino si è dimostrata troppo permissiva nei confronti degli avversari, lasciandoli giocare per gran parte del primo tempo, risultando troppo fallosa, non aggredendo quasi mai i portatori di palla, e permettendo fin troppo possesso ai biancorossi. In attacco le speranze erano riposte nel numero 18:  s’è visto un Dionisi certamente limitato, spesso raddoppiato nella marcatura e sicuramente incapace di trovare la porta, anche la squadra però ha giocato poco al suo sostegno, lasciandolo troppo solo in alcuni istanti di partita. Ma il più grande errore è stato certamente lasciar campo agli avversari: il Vicenza ha preso coraggio vedendo una squadra timida e posta sulla difensiva, non per questo però i padroni di casa si sono resi pericolosissimi: molti i tiri fuori dallo specchio, e pazienza per il gol, su cui Ariaudo deve sicuramente fare “mea culpa”. Il finale di partita è stato però incoraggiante. Dopo aver subìto il gol s’è visto un altro Frosinone, capace di prendere il gioco in mano, di attaccare sia palla a terra che con numerosi cross;  bravissimo sia nel trovare il gol ma soprattutto nel non concedere grandi opportunità al Vicenza e a mantenere inalterato il risultato. In pochi minuti gli undici giallazzurri (forse aiutati anche dai cambi di Kragl e Frara) hanno saputo ritrovare l’entusiasmo di gioco che fino ad allora era stato tenuto al guinzaglio. Partenza ritardata dunque, adeguata ai ritmi di una partita che ha impiegato troppo tempo per prendere forma e in cui per poco, non abbastanza, si è visto il vero Frosinone: esattamente lo specchio di questo inizio di campionato: bisogna migliorare nella continuità. Serve per la classifica.