e la partenza di Gucher: alla fine è stata la scelta giusta separarsi. C'è stato però un unico errore della società...

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Parliamoci chiaramente: l'addio di Robert Gucher al Frosinone non va visto assolutamente come un dramma ma come una cosa normalissima. Succede nel calcio, specie se si gioca ad alti livelli.

Qualche riflessione però, adesso che è tutto stato archiviato, va fatta: si è arrivati ad una rescissione contrattuale non certamente pacifica tra le parti.

Va detto però che il giocatore in questa vicenda certamente ha le sue "colpe": Gucher infatti è stato "indicato" sia da Stellone che da Marino in fase nettamente calante dal punto di vista tecnico tanto da passare da uomo-chiave per il centrocampo (ormai più di un anno e mezzo fa) a vero oggetto misterioso. Gucher tecnicamente parlando insomma non ha vissuto certamente una fase eccezionale della sua carriera negli ultimi due anni e questo non per colpe imputabili agli altri. E di per se non si può certo imputare negli ultimi due anni colpe agli allenatori che gli hanno sempre e comunque preferito altri giocatori (Sammarco su tutti). 

Dall'altra parte se proprio adesso dobbiamo imputare qualcosa alla società nella gestione del giocatore diciamo che Gucher andava ceduto prima! Tutti avevano capito che il giocatore si era nettamente "separato" di testa con la squadra e con l'ambiente dopo la retrocessione dalla Serie A. Il giocatore andava ceduto ad ogni costo in estate perché aveva troppo le batterie scariche per ricominciare qui con la giusta carica (e si è visto dopo).

Per il resto appunto la scelta oggi della società di arrivare alla rescissione con il giocatore ci pare giusta e consona rispetto alle scelte fatte e all'obiettivo finale di una squadra di calcio: provare a vincere cercando di potenziare sempre e comunque la rosa a disposizione del tecnico.

Gucher resterà nella storia del Frosinone, ma la società ha l'obbligo di pensare al "bene comune".