Editoriale: che nessuno tocchi Federico Dionisi

Nella vittoria contro il Livorno, Federico Dionisi è uscito tra i fischi del suo pubblico. Ma che nessuno lo tocchi.
23.10.2019 17:30 di Matteo Paniccia   vedi letture
Editoriale: che nessuno tocchi Federico Dionisi

Il Frosinone, dopo una partita tirata e sofferta fino agli ultimi minuti, è riuscito a portare a casa una partita pesantissima sia per il morale che per la classifica. A stonare però è stata la prestazione del gruppo, che un po' prevedibilmente non ha di certo brillato per quantità di occasioni create e qualità del gioco: simbolo di questa serata preziosa ma con parecchie cose da migliorare è stato Federico Dionisi, che dopo aver sbagliato il primo dei due calci di rigore assegnati ai padroni di casa (il secondo realizzato da Ciano), è uscito dal campo tra i fischi del pubblico. Ma i rigori li tira solamente chi ha il coraggio di farlo, e fischiare Dionisi è qualcosa di sbagliato.

Il Frosinone come seconda pelle

Quella del Frosinone, per Federico Dionisi è, ed è stata come una seconda pelle: dopo l'esperienza decisamente negativa proprio al Livorno che lunedì sera si è ritrovato davanti, nel luglio del 2014 è approdato nella società frusinate, vestendo la maglia del Frosinone ben 244 volte nel campionato di Serie B, e 45 nel torneo di massima serie, la Serie A. Adesso Dionisi è contestato per la poca attitudine con il goal, visto che nell'attuale stagione ha gonfiato la rete solamente una volta, dato uguale alla passata stagione, dove però ha influito anche un brutto infortunio. Ma i suoi goal in carriera con il Frosinone non sono mai stati così pochi: finora ha, infatti, fatto esultare i suoi tifosi ben 52 volte. Insomma, Federico non è uno che ha poca affinità con il goal; l'esperienza è tanta (oltre alla Serie A, ha presenze anche in Liga NOS) e la capacità di buttarla dentro anche. Si tratta solamente di ritrovare la fiducia nei propri mezzi e uno stato di forma ideale. Poi i goal siamo certi che torneranno ad arrivare.

Tatticamente fondamentale

L'attaccante si sa, è valutato per i suoi goal, ma tolta l'apparenza c'è anche ben altro. E Federico quel "altro" lavoro lo svolge, eccome se lo svolge. Un attaccante come lui, quando la squadra è in difficoltà e non arrivano buoni palloni da sfruttare, deve "scendere" ad aiutare la squadra, cosa che contro il Livorno, Dionisi ha fatto per tutto il primo tempo, andando a giocare sponde a centrocampo per far salire la squadra. Questa a livello tattico è una pedina fondamentale, che Nesta ha infatti provveduto a sottolineare; al suo posto poi, dopo aver sbagliato un calcio di rigore che gli avrebbe sicuramente donato fiducia e morale (ma i rigori li sbaglia chi ha il coraggio di tirarli, ci verrebbe da dire), è entrato Novakovich, che rappresenta sicuramente un bel prospetto per il futuro, ma che non ha le stesse caratteristiche di Dionisi e soprattutto non ha la sua esperienza. Insomma, che al Frosinone serva ritrovare il miglior Dionisi è palese, e lo certificano i numeri, che parlano di solamente sette goal in otto partite, ma fischiarlo in quel modo non è di certo la soluzione per garantirgli, sia a lui che al resto del gruppo, quella serenità che serve per risalire la classifica e tornare al goal.