Ancora Blanchard: "Tifo Juve. Il Frosinone nato sul fango"

23.09.2018 14:30 di Andrea Pontone Twitter:    vedi letture
Ancora Blanchard: "Tifo Juve. Il Frosinone nato sul fango"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Si è concesso ad una lunga intervista attraverso le colonne della Gazzetta dello Sport Leonardo Blanchard, ex difensore del Frosinone andato miracolosamente a segno tre anni fa allo Juventus Stadium.

Allora Blanchard, che ricordi ha di quel 23 settembre 2015?

“Il punto più alto della carriera: io che segno di testa, nel recupero, contro la squadra della mia vita. In campo non pensi, fai il tuo dovere, esulti perché Frosinone era e sarà sempre casa. Poi a freddo ti accorgi che è tutto singolare. Domani torna Frosinone-Juve, esattamente dopo 3 anni, ed è di nuovo tutto singolare”.

Quel gol poteva costare la panchina ad Allegri, lo sa?

"Mi piace pensare che abbia dato una sveglia: da lì a poco siamo ripartiti. Dico “siamo” e non “sono”. Fu l’anno della rimonta incredibile. Comunque sono contento di aver lasciato un segno nella storia della Juve, anche se il mio sogno è stato sempre indossare quella maglia. Tra l’altro, i primi osservatori che mi scelsero erano proprio della Juve, ma mi portarono a Siena”.

E al Frosinone è ancora legato?

"Legatissimo: in quei 4 anni abbiamo fatto una doppia, storica promozione. Il Frosinone che adesso può stare stabilmente nel grande calcio è nato in quegli anni “duri”, sul fango di Pagani in C. Dopo Frosinone, sono passato al Carpi e ho vissuto 2 anni infernali, ai margini: non mi facevano toccare la palla, mi è passata un po’ la voglia a 30 anni”.

Ma il tifo dove nasce?

"Dai racconti su Totò Schillaci in bianconero. Poi la passione è cresciuta, nonostante fossi un calciatore professionista. Con i miei amici siamo andati in auto alla finale di Champions 2015 a Berlino, subito dopo la promozione con il Frosinone. A Cardiff andò perfino peggio: arrivati lì, scoprimmo che i nostri biglietti erano falsi. Non bastavano le 4 pappine del Real, ma stavamo anche perdendo pure il volo di ritorno da Londra. In aeroporto ci diedero un passaggio in minicar altri due italiani, in ritardo: erano Scamarcio e Raul Bova!”.

E se ci sarà un'altra finale a Madrid quest'anno...?

Certo che vado, ma prima non mi perdo Old Trafford. Può essere l’anno giusto perché questa è una Juve europea. Quando ho saputo di CR7, ho stappato una bottiglia per la felicità: darei tutto per giocarci contro in A. Se poi vado a Madrid e perdiamo di nuovo in finale, allora a quel punto la Juve fa bene a definirmi “persona non gradita”.