Parla Vito Coppola (MondoPallone.it): "Il Frosinone deve ritrovare compattezza in difesa. Servono innesti mirati per centrare la salvezza"

13.01.2016 16:30 di Stefano Pantano   vedi letture
Parla Vito Coppola (MondoPallone.it): "Il Frosinone deve ritrovare compattezza in difesa. Servono innesti mirati per centrare la salvezza"
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© foto di Federico Gaetano

La redazione di TuttoFrosinone.com ha contattato il giornalista Vito Coppola, caporedattore del portale sportivo MondoPallone.it ed ex conduttore di Sportitalia, per fare il punto sul Frosinone dopo la brutta sconfitta con il Napoli.

Napoli troppo forte o Frosinone arrendevole: come ti spieghi il pesante passivo di domenica?

«Napoli forte, e questo si sapeva anche prima. Forte non solo tecnicamente o tatticamente, forte soprattutto nella testa e nel credere fortemente nel progetto di Sarri. Stiamo parlando di due squadre completamente diverse, che sono state costruite per obiettivi diversi. Questa è la semplice motivazione del pesante passivo. Solo che altre compagini “inferiori” dal punto di vista qualitativo, a differenza del Frosinone, hanno messo in maggiori difficoltà i partenopei e la differenza la fa il gioco (che i gialloazzurri non hanno), la compattezza difensiva (raramente riscontrata quest’anno), idee chiare a centrocampo (non è facile imbrigliare il Napoli ma non ci hanno neanche provato) e un attacco debole. Forse esagero nel dire che sarebbe un attacco debole anche per ipotetici piani alti della serie cadetta? Probabile, ma lascio al lettore una risposta, che condivido qualsiasi essa sia. I tifosi del Frosinone capiscono bene di calcio e conoscono la loro squadra meglio del sottoscritto».

41 gol subiti in 19 partite sono davvero troppi. Come si inverte questa tendenza negativa?

«Sono tanti 41 gol. Gli uomini, però, non sempre fanno la differenza. A farla è il giusto mix tra qualità dei giocatori stessi e il modo in cui sono impiegati. A Napoli, per esempio, Koulibaly l’anno scorso era un brocco, oggi è tra i migliori 3 difensori della Serie A. Servono innesti in difesa, e questo è fuor di dubbio, ma l’impressione che ho avuto è che le idee non siano chiarissime (guardate l’uscita di Zappino e il comportamento di tutti i difensori al secondo gol di Higuaín), in diverse occasioni quest’anno ho avuto l’impressione che fosse come se la mano destra non sapesse ciò che faceva la sinistra. Come puoi “funzionare” se non sai il tuo compagno di reparto cosa sta per fare, o quale movimento attuare in un preciso momento?».

Chi pensi possa essere l'uomo in più del Frosinone nel girone di ritorno?

«Sono un grande estimatore di giocatori quali Gucher, Soddimo, Sammarco, Blanchard e Pavlović. L'austriaco mi impressionò già in Lega Pro. Su questi calciatori bisognerebbe costruire il prossimo futuro del Frosinone. La Serie B è stata vinta grazie a un insieme di fattori che nel campionato cadetto possono cambiarti la stagione, in Serie A no. Sono due campionati completamente diversi, che si basano anche su logiche di calcio differenti. Bisogna saper capire che nella massima serie cambia tutto, non si può giocare come in Serie B e alcuni giocatori andrebbero sostituiti con altri con qualità non migliori, ma diverse».

La lotta salvezza si è complicata parecchio con Genoa e Palermo che hanno allungato di tre punti. Credi che i giallazzurri possano centrare l'obiettivo?

«Onestamente? La vedo difficile. Ma non impossibile. Bisogna assolutamente intervenire sul mercato. Già l’Hellas Verona rappresenta una grande anomalia della classifica, il Palermo è in crisi nera ma probabilmente ne uscirà. Quindi regali non ne arriveranno più e per salvarsi bisogna fare assolutamente di più, bisognerà guadagnarsela la salvezza. E per farlo servono innesti mirati e tanto lavoro tattico sui reparti».

Capitolo mercato: dove secondo te dovrà andare ad intervenire la società ciociara?

«L’attacco necessita di un altro protagonista almeno, ma non un nome buttato lì a caso. Serve il nome giusto. Trotta? Sì, potrebbe essere il nome appropriato. Certo che ce ne sarebbero di calciatori “scontenti” in altre squadre di A. Basta cercare, chiedere e trovare l’opzione giusta per portarli in Ciociaria. Non è poi così difficile. Mentre per altre squadre più blasonate il mercato di gennaio è quasi inutile, per il Frosinone è la grande occasione. Il mercato pullula di attaccanti che hanno voglia di giocare i prossimi 4/5 mesi da protagonisti. L’attacco come prima cosa, un difensore di fascia (se non due) come secondo imprescindibile tassello da coprire, qui la ricerca potrebbe essere più difficile ma Crivello e Matteo Ciofani soffrono troppo e al momento hanno perso anche l’autostima che per un difensore è fondamentale. Se proprio non si riesce a trovare un terzino allora serve un duro lavoro su quelli che si hanno, per recuperarli dal punto di vista mentale e tattico. Il centrocampo mi piace, non toccherei niente al momento, anche se starei alla finestra per approfittare di qualsiasi chance di mercato in grado di essere afferrata. La salvezza del Frosinone passa per il mercato di gennaio, su questo ho pochi dubbi».

Sappiamo che hai a cuore il Frosinone, raccontaci un aneddoto che ti lega a questa squadra...

«Ci tengo molto al Frosinone e ai suoi tifosi. Ero al Matusa nella finale di ritorno di Lega Pro contro il Lecce. Oltre ad aver vissuto una splendida festa (sin dal primo pomeriggio) ricordo una scena che porterò con me sempre: la gara era appena finita, la festa era partita. Io scendevo dalla tribuna stampa verso il campo di gioco, tra la tribuna e la curva Nord, e disteso su una barella c’era un tifoso gialloazzurro con una caviglia spezzata (era caduto cercando di scavalcare), la scena era impressionante con il piede in posizione completamente innaturale. Il dolore sarà stato inimmaginabile. Quel ragazzo, con la sciarpa ancora legata al polso, urlava. Ma non per il dolore, urlava piangendo e con le mani al volto: “Non ci credo, abbiamo vinto, abbiamo vinto, non ci credo!”. Beh, come si può dimenticare una scena del genere?!».