Parla Giorgio Crico (MondoPallone.it): "Frosinone, ecco come si batte il Verona. Soddimo fa la differenza con il suo talento. Buona mossa l'ingaggio di Ajeti..."

25.11.2015 16:00 di Stefano Pantano   vedi letture
Parla Giorgio Crico (MondoPallone.it): "Frosinone, ecco come si batte il Verona. Soddimo fa la differenza con il suo talento. Buona mossa l'ingaggio di Ajeti..."
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© foto di Federico Gaetano

Dopo la pesante sconfitta contro l'Inter, il Frosinone è chiamato a riscattarsi nell'importante sfida salvezza con il Verona. Per fare il punto sui giallazzurri, la redazione di TuttoFrosinone.com ha contattato il giornalista Giorgio Crico, che ha seguito la gara di "San Siro" per il portale MondoPallone.it.

Nonostante il pesante 4-0, il Frosinone ha tenuto bene contro l'Inter nel primo tempo. Cosa non ha funzionato nella squadra di Stellone?

"Direi soprattutto la fase offensiva, praticamente assente dopo la prima mezz’ora. I canarini si sono concentrati nel contenere un’Inter che – in realtà – ci ha messo molto a capire che il lato debole era quello presidiato da Crivello (per quasi tutto il primo tempo, in effetti, il Biscione ha attaccato prevalentemente a sinistra) e penso che un po’ più di coraggio da parte dei centrocampisti unito a qualche movimento in più di Ciofani per farsi trovare smarcato non avrebbero fatto male ai frusinati. In sostanza, credo che ai ragazzi di Stellone sia mancata la verticalità che sono riusciti ad avere specialmente nel quarto d’ora iniziale. Poi, se vogliamo sparare sulla croce rossa, non ha funzionato la catena mancina soprattutto a causa della serata no di Crivello, veramente in difficoltà; a onor del vero, però, il terzino ha visto la situazione peggiorare costantemente dal momento in cui Soddimo ha iniziato ad avere libertà di movimento e quindi ha lasciato il suo posto fisso in fascia, scambiandosi con un Paganini in costante calando dopo la prima mezz’ora".

Tra i calciatori canarini chi ti ha impressionato di più in questa prima parte di stagione?

"Direi soprattutto Soddimo ma anche Dionisi – assente a San Siro – mi piace. Però è stato soprattutto il numero 10 giallazzurro a colpirmi, fin qui. Ha una tecnica di base notevolissima, un ottimo spunto in velocità e non si fa problemi a puntare chiunque, senza contare che ha un’ottima inventiva ed è bravo a trovare soluzioni in una squadra in cui la creatività, onestamente, un po’ latita. Poi ammetto francamente di essere di parte, perché apprezzo in generale gli attaccanti esterni talentuosi e quindi Soddimo forse ha anche avuto gioco facile nel colpirmi… Di certo, faccio il tifo per lui".

Chi, invece, ha deluso le tue aspettative?

"So che la tifoseria ciociara mi detesterà ma mi prendo volentieri le mie responsabilità: Daniel Ciofani. Per carità, non aveva esperienza di Serie A ed è arrivato a vivere il sogno della sua vita a trent’anni ma stiamo parlando di un attaccante che in carriera ha segnato quasi 140 gol e che, a eccezione dell’annata col Gubbio, nelle ultime sette stagioni è sempre andato in doppia cifra, a prescindere dal campionato in cui giocava. Francamente pensavo che potesse essere uno di quegli attaccanti che arrivano tardi in massima serie ma che sono talmente temprati dagli anni passati nelle divisioni minori da riuscire a lasciare un segno tangibile, se non una decina almeno sette od otto gol. Finora non è stato così e il giocatore non è per niente in linea con una media realizzativa che gli consentirebbe di dare una grossa mano ai suoi compagni. Tra l’altro, non mi sento di addossare le colpe al resto della squadra, anche perché gli ho visto sciupare più di un pallone interessante in questa prima decina abbondante di partite ed è sostanzialmente stato quasi sempre lui il titolare".

Domenica è in programma uno scontro decisivo per la lotta salvezza tra Frosinone e Verona. È da considerarsi una partita da dentro o fuori?

"Assolutamente sì. I giocatori la vivranno come uno scontro diretto e avrebbe un’importanza capitale riuscire a strappare i tre punti a un Hellas in totale crisi di gioco e di risultati: infliggere un danno serissimo all’autostima di una compagine già abbondantemente spaesata come quella scaligera potrebbe non solo danneggiare quasi definitivamente gli equilibri dei veneti (e quindi scongiurare il rischio che possano riprendersi a breve termine e rimontare in classifica) ma anche dare a Stellone e i suoi un bello slancio per le partite che seguiranno. Fossi nel tecnico frusinate imposterei una partita d’attacco, aggressiva e generosa: il Verona, infatti, soffre tantissimo gli avversari compatti e agonisticamente probanti perché sottolineano ulteriormente le difficoltà degli uomini di Mandorlini nell’imbastire una qualsiasi forma di gioco ragionato. Se contro l’Hellas scenderà in campo il Frosinone di scena a San Siro per la prima mezz’ora la missione è più che possibile. Se poi segnasse Soddimo per me sarebbe la perfezione!".

Quali squadre se la giocheranno fino alla fine per la permanenza in massima serie?

"Senz’altro Verona, Carpi e Frosinone, questo dice a oggi la classifica. Personalmente non escludo un coinvolgimento nella lotta per la salvezza dell’Udinese e dell’Empoli, alla lunga, mentre il Bologna mi sembra avere una rosa troppo forte per rimanere in basso così a lungo. Udinese ed Empoli hanno pochi giocatori di alto livello e basterebbe che se ne infortunassero un paio in contemporanea, magari per un periodo sufficiente a saltare qualche partita, che subito il rendimento complessivo dei due club ne risentirebbe parecchio, specialmente nel caso dei friulani (che hanno un’identità di gioco molto meno definita dei toscani). Poi, secondo me, va ancora capito che effetto avranno l’arrivo di Ballardini al Palermo e quello di Montella alla Sampdoria: se la chimica dei due spogliatoi dovesse risentire di questi cambi, penso specialmente ai rosanero perché i doriani mi sembra abbiano un gruppo troppo di qualità per andare malissimo, allora la battaglia per la permanenza in Serie A potrebbe diventare veramente qualcosa di esteso a sei o sette squadre".

Manca poco più di un mese all'inizio del mercato. Come dovrà muoversi la dirigenza frusinate?

"Mi rendo conto che il Frosinone non ha le risorse del Sassuolo di due anni fa perché non c’è uno Squinzi alle spalle della società ciociara. Tuttavia, credo che il ragionamento che devono fare i giallazzurri sia molto simile a quello che fecero a loro tempo i dirigenti neroverdi dopo un primo approccio alla Serie A semi disastroso, ossia ricostruire la spina dorsale della squadra con l’inserimento di un centravanti, un centrocampista e un difensore centrale di grande esperienza. La difesa è stata puntellata con l'arrivo di Arlind Ajeti. Questa operazione è precisa e la società è stata brava a compierla prima dell'apertura del mercato. Andando a individuare un profilo di grande esperienza a parametro zero, mi sembra una buona mossa. Due anni fa il Sassuolo esagerò prendendone addirittura due per ruolo più altri profili ancora, al Frosinone basterebbero un terzino sinistro, un centrale di centrocampo più qualitativo che non “di lotta” e una punta che possa garantire almeno sei o sette gol nel solo girone di ritorno. Non è poco ma nemmeno tantissimo: penso infatti che l’arma più grande in possesso dei Canarini resti il lavoro di Stellone e l’identità di gioco – che si vede comunque, eh, e s’è vista anche a San Siro – che il tecnico ha saputo dare ai suoi in questi anni di successi".