L'EDITORIALE - La politica (giusta) del Frosinone tra calciomercato, Serie A e futuro

12.01.2016 17:30 di Andrea Mastrantoni  Twitter:    vedi letture
L'EDITORIALE - La politica (giusta) del Frosinone tra calciomercato, Serie A e futuro
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Per capire e giudicare correttamente il comportamento della società Frosinone calcio nel suo primo campionato in Serie A basta tornare indietro al giorno della promozione dalla Serie B. Quel 16 maggio 2015 che per tutti noi, comunque vada a finire, resterà per sempre la data più bella. 

Ci furono due dichiarazioni molto importanti. La prima del presidente Maurizio Stirpe (che potete riascolatare nel video sotto di tuttofrosinone.com) e la seconda del dg Ernesto Salvini. Il Presidente Stirpe disse chiaramente che avrebbe dato a tutti i giocatori la possibilità di disputare la Serie A perché se la erano guadagnata sul campo e il dg disse, sempre spalleggiato dal presidente, che con la promozione in Serie A ci saremmo garantiti almeno altri diversi anni di calcio professionistico. Tutti i tifosi, travolti dall'entusiasmo della promozione, non dissero niente, anzi accettarono e approvarono scelte e dichiarazioni.

Che se ne voglia o no, erano stati molto chiari entrambi. La società Frosinone calcio mira a mantenere nel lungo periodo il calcio professionistico ed importante a Frosinone, sia esso in Serie A che in Serie B. Il che non vuol dire, intendiamoci, due cose: che non si debba criticare l'operato della squadra e dell'allenatore (anzi...) ma anche che la società stessa non stia facendo di tutto per restare in Serie A.

Ma non è con l'eventuale arrivo di una sola punta che le cose si sistemerebbero di colpo (il discorso Trotta era diverso proprio perché rappresentava anche e soprattutto un bell'investimento per il futuro). I giocatori sono questi e la lotta per la salvezza va affrontata con le armi a disposizione. Ci sarà poi, per ogni uscita, una entrata. Di contro però, una società come il Frosinone, non può permettersi di spendere sul mercato determinate cifre. L'unica cosa per restare nel calcio che conta, oggi e nel futuro, che invece bisogna fare, è non sbagliare più determinate operazioni di mercato come è stato fatto e continuare a crescersi i talenti in casa (Gori e Paganini docet). Rinforzi dunque molto mirati da fuori e ben cresciuti dal settore giovanile. Scordatevi tutto il resto. Ma non perché non lo si voglia fare. Perché non si può fare, il che è diverso.

Di società che hanno raggiunto la gloria della Serie A per poi cadere dopo pochissimo tempo nell'oblio ce ne sono tante. Il Frosinone non vuole fare la stessa fine ma l'obiettivo è durare nel tempo. E la società canarina non gode del "paracadute diplomatico" concesso alle grandi piazze (non facciamo nomi ma ci sono stati sempre trattamenti diversi tra squadre e squadre...). Difficilmente in caso di difficoltà economiche verrebbe lasciato tutto cadere. Anzi.

La lotta per la salvezza è ancora questione tutta aperta e nessuno si è arreso e si arrende in società. Si vocifera a proposito di un presidente Stirpe furente di rabbia dopo la sconfitta contro il Napoli e per gli ultimi due mesi e mezzo di campionato. Un presidente che vuole che la squadra torni a combattere come una volta. Se poi questo non basterà, a fine stagione si tireranno le somme e si cambierà totalmente progetto tecnico (anche se l'impressione comunque vada è che alla fine ci sarà ugualmente questo cambio tecnico). Con la certezza però che, in A o in B, la società sarà nuovamente pronta a ripartire.