L'analisi tattica: errori mascherati, ma serve cambiare interpreti

27.08.2018 15:30 di Andrea Pontone Twitter:    vedi letture
L'analisi tattica: errori mascherati, ma serve cambiare interpreti
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Non è un Frosinone ancora al top della forma e questo è evidente. Senz'altro al rientro dalla sosta per le Nazionali i canarini saranno maggiormente attrezzati per imbattersi nel campionato di Serie A, vetrina nella quale - comunque sia - la squadra giallazzurra si è affacciata dignitosamente. Prova opaca contro l'Atalanta, buon pareggio ottenuto a Torino col Bologna. Laddove è stata disputata una partita attenta ed ordinata, ma negli ultimi metri è mancato qualcosa.

Lo schieramento dei giallazzurri parte dal principio del 3-5-2 con un reparto difensivo folto e un centrocampo robusto, con gli esterni che svolgono un ruolo cruciale. Andiamo ad analizzare l'atteggiamento del Frosinone reparto per reparto.

DIFESA - Prestazione sugli scudi da parte dei due centrali laterali, vale a dire Nicolò Brighenti e Luka Krajnc: entrambi hanno sfornato una grande prova. Onore a loro, che sono riusciti a rendere al massimo, tamponando a dovere le avances rossoblù con perfette coperture e spazzate vecchio stile. Meno ordinato Bartosz Salamon, la cui presenza al centro della difesa forse stona un po': non sembra avere per ora la visione di gioco necessaria per poter dettare i ritmi di gara, spesso ha sbagliato appoggi banali ed ha rischiato di mandare tutto a vanvera. 

ESTERNI - Non rendono al meglio Zampano e Molinaro. Il primo in fase offensiva si limita a fare il giocoliere, facendo apparire e scomparire il pallone ma non riuscendo praticamente mai a fornire un traversone decente nel cuore dell'area. L'ex Torino, poi, ha confermato di aver bisogno ancora di un po' di tempo prima di entrare in condizione: il suo fisico pesante lo induce ad essere un po' macchinoso nelle prime uscite stagionali e così è stato. Poca spinta in avanti, andamento lento e scarso contributo in fase d'attacco. Al contempo il terzino ha sfruttato le non molte energie a disposizione per ripiegare in fase di non possesso.

CENTROCAMPO - E qui si arriva al nocciolo della questione. Longo se la gioca con due mediani, e il risultato gli dà ragione. Ma se il Frosinone vuole veramente provare a pungere in attacco, allora serve una mezzala che sappia attaccare gli spazi e garantire una presenza in più in profondità. Spieghiamo meglio: Hallfredsson non sembra avere il passo di gamba per poter consentire un grande apporto in fase offensiva, men che meno Maiello. Entrambi in coppia con Crisetig hanno fatto da filtro in fase di contenimento ma nient'altro. Quando si arriva negli ultimi 30 metri, servono centrocampisti offensivi all'altezza. In attesa di scoprire Rai Vloet, Longo potrebbe lanciare nei prossimi incontri uno tra Soddimo e Cassata. Occhio soprattutto a quest'ultimo, che ha le caratteristiche idonee per attaccare la profondità e rendersi pericoloso palla al piede. Hallfredsson invece, infortunio permettendo, potrebbe far valere i propri muscoli davanti alla difesa facendo da schermo. Bene Chibsah con i suoi recuperi palla e le percussioni a tagliare verso la profondità.

PRIMA PUNTA - Un lieve miglioramento rispetto a Bergamo c'è stato, ma ancora non basta. Male Stipe Perica: un centravanti alto 192 centimetri deve garantire una costante dominanza nel gioco aereo che invece non c'è stata. Qualora il croato avesse avuto la meglio in più duelli, avrebbe potuto far salire la squadra ed innescare il movimento della seconda punta (Ciano) o degli esterni di centrocampo. Oppure, come dicevamo prima, avrebbe potuto approfittare del supporto di una mezzala che sapesse gestire il pallone negli ultimi metri. Mai un movimento in profondità oppure in lungo-corto. O meglio, quest'ultimo si è visto in una sola occasione ma è stato prontamente ignorato da Zampano. Poco attivo il classe '95 anche in fase di finalizzazione: ha avuto sui piedi la palla del vantaggio, l'ha sprecata concludendo a rete di seconda intenzione. La regola è fissa: in area si tira di prima, altrimenti il difensore ti chiude lo spazio.

SECONDA PUNTA - Serata "no" per Camillo Ciano: il classe 1990 ha confermato la sua discontinuità nell'arco di una gara (rende bene, sì, ma non per tutti i novanta minuti). Ed è così che in uno dei suoi classici blackout Moreno Longo l'ha richiamato in panca per far entrare Joel Campbell. Al costaricano ora ci arriviamo, prima analizziamo con cura la prova del numero 28: come si evince dalla mappa di Whoscored, Ciano ha corso tanto ma senza una meta, alla ricerca costante di un pallone che ha ricevuto in rare occasioni (soltanto 34 tocchi) e gestito anche male (soltanto il 56% di passaggi riusciti). Il talento di Marcianise ha anche sciupato una buona occasione nel secondo tempo svirgolando malamente il pallone a 20 metri dalla porta. Quanto all'ex Arsenal, gli scarsi venti minuti a lui concessi non possono dire granché, se non che ancora debba entrare in condizione ma che abbia le doti tecniche per poter incidere (specialmente in contropiede).