AMARCORD: Melfi-Frosinone, i canarini tornano in serie C1

Era il 2004 e il Frosinone torna in serie C1 dopo 14 anni. Riviviamo insieme le emozioni di Melfi-Frosinone, la gioia della promozione e i protagonisti che l'hanno resa possibile.
07.07.2014 00:00 di  Fabrizio Celani   vedi letture
Il presidente Maurizio Stirpe
Il presidente Maurizio Stirpe
© foto di © Luca Lisi

Ripercorrendo a ritroso la storia del Frosinone, sono tantissime le partite che sono impresse nel cuore e nella mente dei tifosi. Magari le gare con la Juventus, magari qualche derby, magari la conquista della serie B contro il Grosseto prima e con il Lecce poi. Ma la storia che racconteremo quest’oggi probabilmente non verrà alla mente al primo impatto, ma qualora quel pomeriggio a Melfi le cose fossero andate in modo diverso, probabilmente non potremmo neanche raccontare quello che è venuto dopo. Vi racconteremo la storia e le emozioni di Melfi-Frosinone.

IN CAMPIONATO – Il Frosinone nel 2003 è al terzo anno di serie C2. Nelle passate stagioni la società canarina, allora presieduta da Rosettano Navarra come presidente e da Maurizio Stirpe come vice,  aveva vissuto campionati anonimi, l’anno precedente addirittura conquistando una salvezza nelle ultime gare, lontano dagli obiettivi prefissati. Nell’estate del 2003 Navarra cede il timone a Stirpe, i tifosi sperano che il cambio di gestione possa consentire ai canarini di tornare in quella serie C1 che mancava da 14 anni. Stirpe, che allora si dichiarava “poco conoscitore” del mondo del calcio cerca una figura di spessore che lo possa affiancare. La scelta ricade su Enrico Graziani, esperto direttore sportivo di serie C, con alle spalle un passato a Teramo. Stirpe si fida ciecamente di Graziani e gli consegna le chiavi del nuovo Frosinone. Rivoluzione in sede di campagna acquisti, la panchina viene affidata a Francesco Giorgini. Inizialmente le cose non vanno benissimo, il pubblico contesta la squadra, Giorgini viene esonerato e al suo posto arriva Daniele Arrigoni, emergente tecnico di Borello, nel cesenate, con esperienze in B. Arrigoni trova l’alchimia giusta e giornata dopo giornata scala posizioni in classifica. Inizialmente è la Palmese dei cinesi a guidare la classifica, poi dopo la fuga dei cinesi e il crollo dei campani, è la corazzata Brindisi a comandare il campionato.

RUSH FINALE - Il Frosinone è lì, vince e convince, fa suo un derby alla terzultima giornata grazie alla rete di Aquino che proietta la formazione di Arrigoni in testa alla classifica, scavalcando proprio il Brindisi, incappato in un passo falso a Nocera. Alla penultima il Frosinone in extremis conquista un punto in casa, mentre i pugliesi fanno un sol boccone del Latina, tornando in testa alla classifica. A novanta minuti dal termine, dunque, il Brindisi è a 62 punti, il Frosinone a 61, ai pugliesi quindi basta vincere a Barcellona Pozzo di Gotto contro l’Igea Virtus, mentre i canarini devono vincere a Melfi e sperare che il Brindisi non faccia punteggio pieno.

PREPARTITA – A Frosinone c’è tanta speranza, ma tutti sanno che la corazzata Brindisi difficilmente steccherà il suo impegno. Si va comunque a giocare a Melfi, contro una formazione ancora in lotta per un posto nei play-off. Arrigoni cerca di tenere isolata la squadra, cerca di allontanare De Angelis e compagni da eventuali pressioni che potrebbero venire dall’ambiente ciociaro. Bisogna stare tranquilli, bisogna vincere e bisogna sperare che l’Igea Virtus fermi il Brindisi. Tanti i dubbi per il tecnico romagnolo nel pre-gara. La difesa è da inventare, i titolari Rossi e Arno sono squalificati, Vitali è infortunato. Allora Tatomir arretrato a destra, con il ciociaro Cipriani a sostituire l’altro ciociaro Rossi. In avanti bomber Manca in panchina, spazio al duo Aquino-De Cesare. La squadra nel corso del campionato ha dimostrato di avere un carattere molto forte, c’è voglia di vincere il campionato. Ma non dipende solo dal Frosinone. Siamo nel 2004, non c’erano gli smartphone, quindi per sapere che cosa stesse facendo il Brindisi bisognava attendere gli aggiornamenti di pagina 218 del Televideo.

LA PARTITA - Si parte. Nel primo tempo tra Melfi e Frosinone c’è più paura di perdere che voglia di vincere, poche emozioni, ancor meno tiri in porta. De Juliis è chiamato solo a compiere interventi di ordinaria amministrazione. In chiusura primo tempo dalla Sicilia arriva la notizia del vantaggio del Brindisi. Adesso è veramente dura. Sinceramente solo in pochissimi avrebbero scommesso un euro sulla vittoria finale del Frosinone. Ma il calcio a volte può scrivere delle trame che neanche il miglior scrittore di gialli potrebbe fare. Si sa che le partite non si giocano solo sul campo. Si fa di tutto, si usano dei comportamenti al limite del regolamento per trarre un piccolo vantaggio. In questo caso il grandissimo vantaggio sarebbe stato quello di finire la gara dopo gli altri, in modo tale da sapere il risultato finale dell’altro campo. E così nell’intervallo improvvisamente le reti delle porte dello stadio di Barcellona Pozzo di Gotto sono divelte. Ci vuole un quarto d’ora per ricominciare il secondo tempo. A Melfi la gara già era cominciata e tra le due tifoserie, sistemate entrambe nell’unica curva e divise da un muretto comincia un fitto lancio di bottigliette di acqua, sponsor principale della squadra di casa. I tifosi gialloverdi invadono il campo più volte, l’arbitro Stefanini di Prato è costretto a interrompere almeno quattro volte la partita. E così i tifosi del Melfi riescono nel loro intento, allungare più possibile il secondo tempo in Basilicata. A metà secondo tempo il portiere del Brindisi riceve un retropassaggio e in un’azione degna di Mai dire Gol liscia la sfera e regala all’Igea Virtus il pari. La notizia della rete arriva a Melfi e il Frosinone ha un moto d’orgoglio. Al minuto 72’ De Cesare, forse fino ad allora tra coloro che avevano reso di meno nell’arco dell’intero campionato, riceve al limite sinistro dell’area, stoppa la sfera, la sistema e lascia partire un tiro a girare che batte il portiere del Melfi. E’ il tripudio, è la rete che virtualmente regala la serie C1 al Frosinone. La gara prosegue, il sangue del Frosinone si gela a due minuti dalla fine quando De Giorgio, futuro canarino, centra la traversa dalla distanza. Tra Frosinone e Brindisi c’è una gara a scacchi in corso, bene o male in ritardo di oltre mezz’ora le due gare sono allo stesso minuto. Si aspetta solo la fine dalla Sicilia, che arriva pochi minuti prima di quella di Melfi e alle 18 abbondanti il Frosinone è ufficialmente in Serie C1.

LA FESTA – La gioia è enorme, il Presidente Stirpe e mister Arrigoni vengono portati in braccio dai quasi mille tifosi arrivati da Frosinone, le lacrime scendono dagli occhi di calciatori e tifosi. Melfi è lontana da Frosinone, ci vogliono quasi quattro ore di viaggio. E possiamo essere certi che per coloro che erano in Basilicata, per coloro che ci credevano, il rientro è stato molto più breve di quanto ipotizzabile. Nel frattempo per le vie del capoluogo erano cominciati i primi caroselli di auto, la festa era diventata contagiosa. Durante quella stagione lo stadio difficilmente era pieno, il tutto esaurito è stato registrato solamente nell’ultima gara casalinga. Vedere quindi quasi diecimila tifosi per le vie della città era impensabile. Tutti quanti con i vessilli giallazzurri e con le bandiere al vento.  Alle 22 circa il pullman della squadra, “scortato” dal torpedone di auto dei tifosi arriva a Frosinone. Lo stadio è pieno, sia in campo che sugli spalti, la festa può cominciare. Perché Frosinone ha aspettato troppo tempo prima di festeggiare, ha dovuto ingoiare troppi rospi (usiamo un eufemismo)  nel frattempo, la città e i suoi tifosi meritavano di vivere una giornata così. Ma forse nessuno sapeva che tante altre gioie sarebbero seguite a questa. Perché davvero, se non ci fosse stata Melfi, probabilmente non ci sarebbero state Juventus, Napoli, Genoa, e non ci sarebbero state poi le finali di Grosseto e di Lecce.

 

IL TABELLINO
Campionato di calcio, serie C2 - girone C
Stadio "A. Valerio" di Melfi - Domenica, 9 maggio 2004, ore 16.00
MELFI: Fumagalli, Russo F., Cuomo, Zamboni, Sottili, Cunti, De Giorgio, Travaglione (21'st Vitiello), Spinelli, Lo Russo (37'st Costanzo), Artiaco (17'st Verolino).  Allenatore: Giuseppe Palumbo.
FROSINONE: De Juliis, Tatomir, Martinelli (26'st De Angelis G.), Lonardo, Cipriani, De Angelis S., Marchetti (11'st De Cesare), Marra, Aquino, Ripa, Memmo (30'st Galuppi). A disposizione: Cicioni, Vitali, Buonocore, Manca. Allenatore: Daniele Arrigoni.
ARBITRO: Stefanini di Prato
ASSISTENTI: Di Cesare di Pescara  -  Perazza di L'Aquila
MARCATORE: 27'st De Cesare
AMMONITI: Lonardo, Marchetti
NOTE: secondo tempo iniziato con circa 25' di ritardo; partita sospesa al 35'st per invasione del campo dei sostenitori locali; spettatori 4000 circa (circa 1000 i tifosi del Frosinone); recupero 3'pt, 0'st.